Le tre graziosissime ragazze, Jordan Martin, Joanna Grennan e Jorja Bates, che compongono questo trio dal nome singolare non sono la solita boy band al femminile: sin dal primo pezzo si capisce che ne sanno di musica e anche parecchio.
Su una base di accordi ritmati di chitarra acustica, a volte sincopati, a volte liberi, e su un accompagnamento di batteria leggero come l’aria, e qualche nota di pianoforte buttata qua e là tra una canzone e l’altra, le One Sixth of Tommy creano melodie dolcissime e molto gradevoli pronte per essere animate dalla voce bellissima di Joanna Grennan, una Susanne Vega-Dolores O’Riordan rediviva.
Il mix fra le due voci che Joanna rappresenta è davvero incredibile: più ascolti la sua voce più la trovi simile a entrambe ma senza che nessuno dei due riferimenti vocali riesca a prendere il sopravvento. E se Care About It, Butterflies, The Pact e Evertything’s Ok per stile di composizione ricordano la Vega (ma anche Joni Mitchell, Fleetwood Mac e altre importanti band femminili del passato) I’m still Yours, Cotton Pockets, For Always, In the Sun e in generale le canzoni più notturne e malinconiche si ispirano chiaramente ai Cranberries non elettrici, al punto che, e questo non è un complimento, I’m still Yours è praticamente un plagio di I Will Always del gruppo irlandese (ricordate, ragazze: mai citare così esplicitamente un idolo!).
Il pop elegante, sempre raddolcito dal suono unplugged della chitarra acustica, funziona in maniera accattivante praticamente in ogni pezzo, regalandoci un album non lungo, non noioso, non eccessivo né straripante, godibilissimo all’ascolto anche se ovviamente non ci sono pretese di virtuosismo o di sperimentazioni, dal ritmo sempre fresco anche in presenza di ballate lente, ad eccezione di Escape e It’s Alright che effettivamente rallentano un bel po’ la dinamica complessiva dell’album.
Un esordio pop di stile e davvero accattivante, dunque, questo You Are in My Head, fresco e pronto per essere esibito dal vivo con probabile coinvolgimento del pubblico. Da non perdere come eventuale band supporter nei prossimi concerti dell’autunno.
Autore: Francesco Postiglione