Con una rabbia ed una furia disperata, questo giovane quintetto americano esordisce per l’etichetta Victory rec. di Chicago mostrando, certo, discrete capacità musicali, ma soprattutto una passione per il grind metal – genere musicale non proprio sugli scudi, in quest’inizio di terzo millenio – decisamente coinvolgente. I testi delle loro canzoni sono tesi, drammatici, asfissianti quasi come le musiche, e raccontano storie di gente giovane che si trova ad affrontare situazioni interiori insostenibili come la depressione, la solitudine, l’emarginazione, lo sconforto più buio: nell’ultima traccia del disco, intitolata ‘When everything goes Wrong, Take the easy Way out’, il protagonista arriva apertamente ad invocare la morte quale unica possibile liberazione, e dice: “God, won’t you please open the gates?; if you can ear me, open your Gates”. E tutto è gridato con una rabbia ed una disperazione che non lasciano indifferenti, e malgrado le loro doti tecniche e compositive non siano ancora collaudate a dovere, riescono a sopperire adeguatamente con un coinvolgimento emotivo fortissimo (il CD, del resto, è inciso e prodotto bene… e non ci sono ballate o momenti di cedimento); nella composizione, dunque, gli Emmure non osano molto, puntando piuttosto su trame metalcore tradizionali e ritmiche potenti e veloci in cui basso, batteria e chitarre si fondono in un unico magma sonoro, un unico suono, in alcuni frangenti talmente cupo e basso da rendere indistinguibili all’orecchio passaggi e cambi di accordo. Le parole urlate dal cantante, Frank Palmieri, ora con ferocia e disperazione, ora con sconforto totale, non danno tregua, e la sua voce passa dal bassissimo cantato grind alle isteriche e belluine grida hardcore. Gli Emmure, in sintesi, risollevano lo stendardo del grind metal americano, mostrando continuità con i loro concittadini Brutal Truth ed i Converge malgrado abbiano ancora molta strada da fare specie riguardo all’originalità delle trame chitarristiche. Dal vivo me li immagino, ad ogni modo, come un qualcosa di deflagrante. Da notare che, nella seconda traccia del disco, citano due canzoni dei loro amici e compagni d’etichetta Bayside, gruppo hardcore melodico anch’esso autore di testi piuttosto pessimisti e coi quali gli Emmure hanno una profonda affinità umana e uguale visione delle cose.
Una curiosità: gli Emmure si sono formati contattandosi via internet al tempo della scuola: alcuni di loro sono di New York, altri no, e così per suonare insieme sono costretti ogni volta a lunghe trasferte per potersi incontrare.
Autore: Fausto Turi