Collaborazione d’eccezione e dal valore internazionale quella tra Rudy Marra & the M.o.b e Dana Colley (sax baritono e cofondatore dei Morphine) per il disco “Morfina” (pubblicato dalla Viceversa Records).
In una miscellanea viscerale e desertica, “Morfina”(che più che un richiamo al celebre gruppo statunitense è ispirato al racconto “Morfina” di M. Bulgakov) si apre con “Saxophone”, breve incipit di solo sassofono affidato all’ancia di Michele Vignali.
“Sto perdendo tempo” e “Oggi sto guasto” (che vedono al sax baritono Alessio Alberghini – in “Oggi sto guasto” al sax baritono anche Dana Colley), con i loro riff, fraseggi, assoli e testi fissano il punto di ciò che i “solchi” continueranno a suonare: una fusione tra cantautorato e rock blues scuro e dannato.
“Su e Giù” è la prima “sorpresa” del disco, nel suo essere l’adattamento di “Let’s take a trip together” dei Morphine (dall’album “Cure for Pain”), adattamento che si replica nella successiva “Corde” (questa volta versione italiana di “Thursday”, sempre da “Cure for Pain”), con cui Dana Colley chiarisce subito il proprio ruolo non di semplice comparsa ma di “coprotagonista” dell’intero lavoro (sarà presente anche in “Fino a Quando?”, “Di Mercoledì”, “Disel” e in “Mark e Sabine”).
Di pregio “Disel” di Eugenio Finardi, per una reinterpretazione capace di mantenere l’identità originale seppur con un arrangiamento notturno e ancestrale; nella registrazione è presente anche la voce dello stesso Finardi.
Il sax baritono di Alessio Alberghini e il basso di Rudy Marra rendono suggestiva e più “terrena” “Obscured by Clouds” dei Pink Floyd.
E così, oltre ai già citati Colley, Alberghini e Vignali, con Rudy Marra alla voce, basso a due corde con slide, banjo con slide e chitarra, Andrea Burani alla batteria, Raffaele Chiatto alle chitarre, Alessandro Greggia alle tastiere e alla melodica e Enzo Ciliberti all’armonica a bocca, “Morfina”, senza anestetizzare l’ascoltatore, mantiene alta la tensione anche nei momenti più “lenti” e cadenzati (come in “Amore sexy”), “scomposti” (come in “Sei un artista tu?”) o intimi e introspettivi (come nella poetica “Nonostante me” che vede voce ospite Roy Marra e programmazione percussioni a cura di Luca Fresu).
Chiude il disco la vernacolare “Filare de Tabbaccu – pizzicata version” con alle percussioni Mauro Spina, alla fisa e tastiere Diego Lana, ai cori femminili Daniela “Dada” Loi, Paola Consagra, Aurora Elisei, Giulia Annecchino e ai cori maschili Rudy Marra, Simone Satta.
“La felicità è mendace ed effimera come la morfina, credi che raggiungerla sia la risoluzione del tuo male e, invece, una volta raggiunta ti accorgi che non può durare tanto a lungo. Una volta toccata, subito dopo, l’hai persa e sei già in astinenza. Provi a legare la felicità, a tenerla stretta, con nodi che credi indissolubili, un nodo marinaio per ogni tipo di felicità: le tue passioni, l’amore, il sesso, il lavoro, gli amici, la terra, le radici, il mondo! Quando credi di averla ben salda ti accorgi che invece di legare lei hai legato te stesso, e ogni felicità diventa prigione, rimpianto, perdita, illusione, rabbia e dolore. La felicità non è da raggiungere, ma da aspettare. La felicità non esiste, c’è!” (dichiara Rudy Marra).
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autore: Marco Sica