La notizia arriva dalla redazione de La Repubblica di Bologna ed è subito caos nel mondo del rock italiano. Lo storico leader degli Skiantos, gruppo punk-demenziale bolognese, avrebbe compiuto sessant’anni il prossimo 16 aprile ma dopo una lunga malattia si è spento lasciandoci attoniti. Era il 2012 quando Freak Antoni lasciò gli Skiantos dopo 35 anni per dedicarsi alla carriera da solista. Appena un anno fa dichiarava: “Se non altro la malattia mi ha fatto smettere con la droga”. Amara ironia quella di Antoni che ha conosciuto l’eccesso, l’eroina, la provocazione e l’ironia facendone il suo stile di vita.
Lo ricordiamo con alcuni calssici che vi postiamo qui sotto e recuperando una vecchia intervista che avemmo l’onore di pubblicare anni fa.
Ciao!
https://www.facebook.com/pages/Skiantos/22973397438
Io sono uno Skianto / suono senza l’impianto/ con un urlo t’incanto/ perché sono uno Skianto.
Introdurre un’intervista a Roberto “Freak” Antoni, già leader degl’immarcescibili Skiantos?
E perché? Basta riportare fedelmente – come in incipit – un po’ di strofette dei pezzi che hanno fatto la storia della Demenza Canora (locuzione per la quale in altre occasioni potrei beccare sante querele, ma non in questa, anzi) e si potrà godere di un soddisfacente quadro sinottico del perché e per come.
Nondimeno, fondamentale risulterà porre dieci quesiti, oggi, a venti di guerra galoppanti, con colui che già nel ’77 a colpi di moschetto a sei corde, insieme ad altri tre o quattro sfaticati, ruggiva sfacciato l’importanza dello sbaglio, la vitalità dell’errore, la novità della stonatura su disco ad una popolazione italiota fin troppo imbelle (imbecille).
A questo punto, sputandomi prima sul palmo della destra, poi sulla sinistra e poi sfregando veloce, parto, non vedo l’ora, con l’Intervista Intercostale…
Credi davvero che uno che scrive per Freak Out possa essere all’altezza di porti delle domande?
Naturalmente! Certo che sì!! Non sai che il sottoscritto e gli Skiantos (che rappresento) vogliono essere per tutti un punto di riferimento verso il basso…Nonché Cattivi Maestri riconosciuti e criticati!? E poi la Modestia è una virtù che ci ha sempre contraddistinto!
Dio ha mai creduto in te? E se sì, puoi svelarci il segreto della consustanzialità trina del divino?
Dio è il Grande Mistero che tutti lascia basiti e la sua “triformità” (che è al tempo stesso unità trina [un’apparente contraddizione in termini!]) la si ritrova in religioni fra loro diverse, che nei secoli – per motivi sociali e culturali – sono diventate opposte e nemiche. Per esempio: si consideri il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo che rientrano nell’unità sacra del divino [vedi Santissima Trinità] secondo la religione cristiana e le si confronti con le figure della triade suprema dell’Olimpo buddista (Trimurti), Brama, Shiva e Visnu, rispettivamente il Creatore, il Distruttore e il Conservatore. L’analogia appare evidente e strabiliante. Ci si potrebbe domandare se le religioni non possano avere un unico ceppo comune…Dio resta unico, ma autoreferenziato dal Padre, dalla Madre e dal Figlio: Tre entità che lo rappresentano nella diversificazione delle funzioni e dei ruoli. Contemporaneamente Dio resta Uno ed Unico, benché Trino.
Aggiornaci sull’ultimo taglio di capelli del Dandybestia.
Fabio Testoni, alias il “Dandy Bestia”, chitarrista e compositore degli Skiantos, indulge su un tipo di capigliatura classica anni ’70: capelli lisci e lunghi quasi fino alle spalle. A volte, cambia “look” radicalmente indossando un taglio di capelli molto corto…Al momento sono corti, tagliati da poco e gli circondano il volto a mo’ di baschetto (anch’esso un retaggio Anni ’70?)
Anni fa ti scagliasti contro Claudio Baglioni, “traditore”. Lo consideri ancora il “McCartney italiano”? E che ne pensi di un Mino Reitano, “Paul Anka di Isola Capo Rizzuto”?
…Credo sia bene sottolineare il concetto della mia idiosincrasia nei confronti di tutti i cantautori, perché li trovo pieni di retorica sentimentale e romantica, melensi, smielati e fasulli, con la presunzione di essere poeti di alto livello…spesso dotati di voci cacofoniche che giustificano con gli intenti di profonda liricità (presunta s’intende)!
Ciò premesso aggiungo che ammetto di aver bestemmiato: certi paragoni sono blasfemi, oltre che insostenibili!! Il mio voleva essere un richiamo alla produzione artistica/musicale di qualità, rivolto a Baglioni Claudio che ritengo tecnicamente preparato e in grado di realizzare canzoni pop-easy listening passabili, quando assistito dall’ispirazione (che è merce rara!). solo questo! Riconosco che purtroppo il sunnominato Baglioni si è reso colpevole di tanta spazzatura creativa. Chi potrebbe negarlo?!!
Però, se trovasse la vena…”Poster” è un piccolo capolavoro!…ma la stessa, identica valutazione si potrebbe estendere a (quasi) tutti i cantautori italioti…Se solo avessero più swing, più senso ritmico, più gusto per il movimento del corpo…
Credi che “Alessandro” sia un bel nome? Non lo trovi un po’ lungo?
Ogni nome ha una propria bellezza intrinseca! Dunque anche “Alessandro” evoca parecchie suggestioni…E forse la sua forza, paradossalmente per una società dai tempi brevi dello spot televisivo e dell’uso smodato del diminutivo (il “nickname”, veloce da pronunciarsi), risiede proprio nel fatto di essere <<un po’ lungo>>. Perché non rivendicare la forza dello Slow Name?!??
Secondo te/voi/lei sto bene con la barba (mia nonna dice di no)?
Da sempre le nonne sono contrarie alle barbe [anche alle sbarbe, se insidiano l’adorato nipotino!!]. Forse per un fatto igienico, forse per una valutazione estetica dettata da un retaggio generazionale. Ma, non chiederti troppo cosa pensano gli altri della tua (nuova) barba, piuttosto chiediti cosa ne pensi tu. Ti piaci? Non ti piaci? A te l’ardua sentenza. Non dipendere dal giudizio del tuo prossimo: decidi tu il destino della tua faccia!! Comunque stai malissimo. Tua nonna è ok!
Un giudizio in quattro aggettivi sugli Squallor.
Barzellettieri furbi, sagaci ma goliardi.
Quattro predicati verbali per definire Elio & Le Storie Tese.
Tecnicamente ineccepibili, creativamente imbarazzanti!! Sono tutti bravi ragazzi da buttare nel cesso (leggi WC). NB = La toilette si disinfetterà automaticamente ad ogni scarico.
Una manciata di preposizioni articolate per sintetizzare il tuo sdegno verso le nuove generazioni.
L’attualità è fatta di slogan(s) insopportabili, retorici e bugiardi. Chi l’ha detto che “magro” è bello?? Chi l’ha detto che “giovane” è giusto, sano e piacevole?? La pubblicità è ingannevole e fedele solo a se stessa e ai propri scopi. I giovani di oggi sono estremisti del conformismo, sostenitori del perbenismo piccolo-borghese…Fanno cagare. Noi eravamo meglio!
Hai mai pensato di fondare un gruppo musicale di nome “Skiantos”?
Tante volte, ma mi sono sempre trattenuto, considerata la difficoltà nelle quale versa l’attuale discografia italiana!…e poi l’ignoranza del pubblico e degli “addetti ai lavori” che ti pretendono sempre uguale al te stesso degli esordi (“Quelli sì ch’erano tempi!!” Senti dire con nostalgia anche dai giornalisti più giovani). Se, per esempio, inizi a tirare la verdura al pubblico, a metà concerto come gesto di provocazione radicale, poi sei costretto a tirarla per tutta la vita; pena la delusione degli spettatori che si aspettavano la bagarre, il casino, il finimondo programmato del lancio dell’insalata.
Se ti vesti con la maglietta con sopra scritto: “Amo la musica, ma non sono ricambiato” o “Meno Coccole+Kakkole” o ancora “Ex bambino prodigio”, il pubblico pretende di vedertela addosso ogni volta che sali sul palcoscenico. Se verso la fine del concerto esibisci il cartello con sopra scritto “pubblico di merda”, i fan pretenderanno di vederlo ogni volta che finisce l’esibizione live.
Purtroppo si ragiona sempre per stereotipi triti e ritriti. L’esatto contrario del progetto alla base dell’esperimento “Skiantos”, figlio dell’avanguardia storica dada-futurista, sommata all’ironia più radicale e caustica del Movimento Studentesco. Inoltre, avrei tentato una mia strada originale, convinto del fatto che la caratteristica principale di un artista sia la sua particolarità e cioè l’originalità della sua proposta creativa…Magari usando il gergo (lo “slang”) giovanile e cioè il linguaggio che si usa per strada e all’interno del proprio gruppo, della propria gente. E poi, mi sarei lasciato sedurre troppo dal nome.
“Skiantos”, un marchio perfetto, uno slogan geniale, un “logo” straordinario…Ma la fatica di far breccia nell’intelligenza dell’Altro attraverso l’ironia sarebbe enorme e la scommessa persa in partenza: la maggioranza del pubblico non ha capacità metalinguistiche e, se anche le possiede, non le usa.
Hai mai pensato?
Senza risposta. Ndp (- nota del provocatore)
di Sandro Chetta
link originale: http://www.blumind.it/freakout-online.com/old/interviste/skiantos.htm