Da quando Glenn Danzig ha deciso di essere solo Danzig, Jerry Only, voce, basso, co-fondatore e capo incontrastato dei Misfits ha riformato nel corso degli anni la line-up della band diverse volte, ma per festeggiare venticinque anni di nefandezze non si è proprio risparmiato, chiamando a corte delle vere leggende del punk americano: Dez Cadena, chitarrista dei Black Flag e Marky Ramone. Col suo imperdibile ciuffo horrorbilly e l’inseparabile basso con annesso teschio alla fine del manico, Jerry il toro (vista la notevole stazza) sale sul palco con gli altri due compari: Dez, truccato come un immortale del Walhalla black metal (inizialmente fa un pò tristezza, ma poi ci si ricorda che siamo al concerto dei Misfits e quindi tutto è permesso…o forse dovuto) e Marky che è proprio come si può immaginare un Ramones sia: un gigione divertente e divertito (ed ovviamente non truccato, ci mancherebbe). Il numero di brani eseguito è incalcolabile: a quelli dei Misfits che hanno tutti subìto un trattamento hardcore brutalizzante seguivano quelli dei Ramones che sebbene meno ‘malati’ attizzavano ancora di più i caldissimi kids accorsi all’evento. Una bolgia pazzesca dall’inizio alla fine ma con notevoli punte di inverecondia con ‘Green Hell’,’Die Die My Darling’,’20 Eyes’ e ‘Teenage from Mars’. Questo era prevedibile, ma altrettanto è stato con i classici come ‘This Magic Moment’ (‘Misfits Project 1950’ è l’ultimo album dei nostri fatto di punk covers di classici rock’n’roll degli anni ’50). Nell’aria riecheggiavano commenti tipo ‘Joey non è morto..’ alludendo appunto al cantato di Jerry soprattutto nei brani dei Ramones, ma poi bastava l’esecuzione di una ‘Rise Above’ dei Black Flag a riportare tutti alla più ‘dura’ realtà. A fine show, nei ringraziamenti, Jerry Only, come un astro del wrestling, toglie la t-shirt e comincia a mostrare i muscoli alla folla esultante che chiede autografi generosamente dispensati per circa una ventina di minuti su cd e magliette ma anche su scarpe e un basso elettrico spuntato da chissà dove. Molto più divertente Marky che le scarpette prima di firmarle le annusava, beandosi dell’olezzo vero o presunto, e ricordandoci, con quell’incredibile faccia da demente che la rivoluzione punk da loro cominciata trenta anni fa ha avuto nell'(auto)ironia la sua più grande forza, e che la sua ‘fun attitudine’ resta fondamentalmente la stessa di allora.
Autore: A.Giulio Magliulo