Secondo disco per i Sick Tamburo e ancora una volta è una cruda fotografia del lato più cupo della personalità umana.
“A.I.U.T.O.” è un urlo disperato accompagnato da chitarre ruvide che si completano con un potente suono electro che rimanda all’industrial a volte.
Nelle prime tracce del disco si sentono gli echi della darkwave di “Gioia Nera”, ultimo disco targato Prozac +.
È un ritorno di certo più maturo e Gian Maria Accusani ed Elisabetta Imelio sembrano avere più consapevolezza delle loro doti e usano con molta più sapienza le carte a loro disposizione.
Un brivido che travolge tutto il corpo, chitarre che trapassano la pelle e una melodia straniante: “E so che sai che un giorno” è la piccola perla che ha anticipato l’uscita del disco. Gianmaria canta l’abisso, canta la speranza e la risalita. Una delle canzoni più belle del disco che i nostri hanno già portato dal vivo nel tour precedente.
Ancora Gianmaria (più presente che mai ) alla voce in “La Canzone Del Rumore”. Una durezza che non può non far tornare alla mente i Nine Inch Nails di Trent Reznor. “Si muore di AIDS nel 2023” è il classico brano dei Sick Tamburo: un punk figlio di programmazioni elettroniche con un cantato teatralizzato che trascina in un vortice alienante. Stesso discorso vale per “Finchè Tu Sei Qua”, che poteva finire senza alcun problema nel primo disco.
“Con Le Tue Mani Sporche” è una tregua ai ritmi selvaggi per ritornare al lato più introspettivo dei Sick Tamburo, anche a livello musicale. Melodie che rispecchiamo alla perfezione il sentirsi inadeguati in un mondo troppo difficile da capire e troppo pesante, un mondo che ci piega.
Ci sono momenti più deboli ed evitabili come “Magra” o brani meno taglienti come “La Danza”, ma una canzone come “La Mia Mano Sola” è un gioiello.
I Sick Tamburo raggiungono uno dei loro punti più alti fra synth e l’accavallarsi della voce di GM. È la ricerca di quello che non si riesce ad avere dagli altri e lo si va a ritrovare in se stessi, senza il bisogno impellente di utilizzare parole.
“Aiuto Tamburo” è posta in chiusura . È la fine di una storia fuori dagli schemi e dal viver civile che ci insegnano nelle scuole, nelle chiese ed in tv. Un “camminare dritti” che sarebbe più semplice senza i pesi che ci vengono affidati alla nascita. Allora si ripete la ricerca ossessiva di un aiuto e di un appiglio che costantemente nella storia di ogni singolo umano si ripresenta e colpisce a fondo.
I Sick Tamburo sono tornati e continuano ad essere gli aspri cantori di chi affolla i margini del mondo.
Autore: Franco Galato