L’altra una volta una scimmia, questa un lupo in un salotto molto raffinato. Le due copertine dei due dischi dei Grinderman (una riduzione essenziale, più cattiva e non melodica dei Bad Seeds di Nick Cave, con lo stesso Re inchiostro alla voce e alla chitarra) sono sempre molto significative.
Se nell’esplosivo ed indimenticabile esordio di tre anni fa i Grinderman con la copertina indicavano i suoni primordiali del rock, vale a dire il blues acido e perverso, in questo “2” c’è un bellissimo lupo in evidente stato confusionale fuori dal suo habitat naturale. Sarà così anche per Cave, Ellis, Casey e Sclavunos? Direi di no. I quattro si sentono perfettamente a proprio agio con il blues-noise arcigno e spigoloso, forse si sentono in imbarazzo in una società sempre più fagocitante e che non è in grado di apprezzare a pieno i veri artisti. Ma questa è una vecchia storia!!
“2” è sulla falsariga del precedente anche se non raggiunge i picchi dell’esordio, soprattutto perché in mezzo ci sono episodi che, seppur gradevoli, non sono sufficientemente “cattivi”. Parliamo di “Palaces of Montezuma”, una ballata elettroacustica molto in linea con gli ultimi dischi dei Bad Seeds; e soprattutto di “What I know”, intrigante ma eccessivamente rarefatta ed intima.
Gli episodi più esaltanti sono l’iniziale “Mickey mouse and the Goodbye man” che è una perfetta ed affascinante fusione tra Pussy Galore e Birthday Party ma con la maturità di un cinquantenne. Potente, corale, abrasiva e abbondantemente rumorosa risulta “Worm tamer”, mentre ha delle evoluzioni psichedeliche ed eteree la tribale e straniante “When my baby comes”. Se “Heathen child” è densa di circolarità blues-noise, in “Kitchenette” l’intimità è rotta progressivamente dagli affondi dati dalle slides e dai feedback in un’esaltante orgia sonora nella quale si sovrappongono diversi tipi di sonorità.
Grinderman ‘Heathen Child’ from Trim Editing on Vimeo.
Autore: Vittorio Lannutti