Attivi da undici anni, i Brahaman, i cui componenti provengono dalla Sicilia, dalla Puglia e da Milano, dove risiedono, dopo aver pubblicato due Ep, lanciano la sfida al mercato con questo esordio sulla lunga distanza. Il gruppo canta in italiano, con ottimi testi sospesi tra il rock d’autore e uno sguardo rivolto agli eterni adolescenti, con sonorità rock di forte impatto, immediate, grazie alla miscelazione tra sintetizzatori analogici, chitarre sferraglianti e fiati.
Il risultato è un ottimo rock, ben variegato, mai monocorde, che sostiene liriche ben scritte.
Il punto di riferimento sono senza dubbio gli Afterhours, non soltanto per la presenza dello stesso Manuel Agnelli nell’ottima “Superbia”, il cui testo se la prende con il nucleare, ma anche per l’impatto che suscita “Impiegato del mese”.
Tuttavia, i Brahaman non sono derivativi e hanno molta personalità, che emerge anche nel flusso di coscienza di “Urlo”, brano liberamente ispirato all’omonimo testo di Allen Ginsberg.
Intrigante poi la cover de “La ballata dell’amore cieco” di Fabrizio De Andrè, completamente stravolta, grazie all’ulteriore ritmica data alla musica, con un tromba sospesa tra il jazz e lo ska.
Autore: Vittorio Lannutti