Il nome di un surf state Hawaiiano e la direttrice sonora col fiato raggelato della Danimarca fanno compendio per il nuovo disco del duo dei The Raveonettes, Pè Ahi, dieci brani morbidi ed evanescenti che danno quel freddo/caldo all’anima di chi presta orecchio, quasi filastrocche circolari che incalzano – dolcemente – fra tattici sbalzi di clima e schizzi armonici cangianti.
Sharin Foo basso/chitarra e voce, Sune Rose Wagner chitarra e voce hanno sempre quello sguardo lucido e rarefatto, il loro mondo opaco e shoegazer incalza malinconicamente tra ballate e fili electro, ritmi turbinosi e languori dream pop, una sensoralità a pelle che li porta ad essere accostati in più di un episodio – specie nella mossa vocale -. a certi Everly Brothers tra le nuvole, ma sempre alla larga dalle convenzioni modaiole, dai tatticismi a scorciatoie. Un indie pop che si amalgama in modalità inaspettate, tutto si dilata e si rapprende a mantice, e queste dieci tracce sono gravide di soluzioni strumentali abbastanza ricercate che regalano il senso compiuto di un duo dall’ingegno balenante e ben compensato.
Alitate alla Cocorosie più impalpabili Endless Sleepers, i ritmi a loop Killer in the street o l’aria elettro/industrial che sprigiona Kill! sono tracce simbolo che possono mettere d’accordo tutti circa la bellezza algida di questo disco, se poi vogliamo aspettare che arrivi la psichedelia galattica che scorre in Wake me up o l’innocente hit che fa scintille in chiusura Summer ends, il quadro d’insieme si fa più radioso e ammiccante.
I The Raveonettes si riconfermano speciali ambasciatori della potenza della suggestione.
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autore: Max Sannella