Trentadue anni e non sentirli. Tanto sono gli anni di carriere dei Mighty Mighty Bosstones che continuano testardamente lungo la strada dello ska-punk di cui sono tra i principali esponenti a livello mondiale. Se qualcuno storce il naso perché sono rimasti uguali qualcun altro si rallegra per la loro coerenza. “When God was great” è stato inciso per la Hellcat di Tim Armstrong, che ha anche prodotto il disco e suonato la chitarra e cantato in alcuni brani. Il disco scorre con molto piacere lungo i suoi densi e abbastanza variegati quindici brani: dal reggae-rock, di matrice Clash/Rancid di “I don’t believe in anything” al raggae quasi puro, con tanto di fiati jazz di “Long as I can see the light”. Se con “The truth hurts” si lasciano andare ad uno ska- rock malinconico, con “Buised” e “Move” si respira a pieni polmoni l’aria giamaicana dello ska incontaminato, mentre in “Lonely boy” il combo di Boston ci trasporta in un reggae-ska estivo, da spiaggia. La title-track si apre con un piano da Springsteen anni ‘70 per poi evolvere in un reggae malinconico che deve molto, ancora, a Joe Strummer & soci. E’ con The Final Parade che sintetizzano tutto il loro spirito e lo fanno in compagnia di Aimee Interrupter, Tim Timebomb, Angelo Moore, Stranger Cole.
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autore: Vittorio Lannutti