Il nucleo creativo dei Notwist ( i fratelli Markus e Micha Acher, oltre a Martin Gretschmann) incontra il collettivo themselves (doseone, jel e dax), fiore all’occhiello dell’etichetta Anticon e – di conseguenza – della nuova scena indie-hip hop americana. Ne esce fuori questa splendida creatura ibrida, questo inatteso super-gruppo chiamato 13 & God. L’accoppiata fa pensare a “Derbe Respect, Alder”, il disco di qualche anno fa nato dall’imprevedibile collaborazione tra i Faust e Dälek.
Le differenze stilistiche tra i due progetti sono evidenti, ma ad accomunarli è lo spirito, l’approccio, la filosofia che sta alla base di entrambi. Si tratta infatti di due esperimenti che non sarebbero stati mai realizzati, senza una tale apertura mentale da parte dei protagonisti, un tale disinteresse verso i confini stilistici e le etichette…
Nel disco omonimo dei 13&God, beat hip hop si integrano a meraviglia con il lirismo melodico e il mood malinconico dei Notwist (“Perfect speed”), che talvolta tende a prevalere (come nel singolo “Men of station”, imperdibile perla di pop elettronico) e altre volte s’insinua più subdolamente tra la particolarissima voce rappante di doseone (che era anche la voce dei cLOUDDEAD, per i meno attenti) e le ritmiche incalzanti (“Soft atlas”).
La sensibilità pop dei tedeschi penetra il suono metropolitano e surreale dei colleghi americani, le voci – e i linguaggi – duettano con spiazzante naturalezza (“Afterclap”), fino a fondersi uno nell’altro, plasmandosi a vicenda grazie ad un’alchimia che rasenta la perfezione.
Autore: Daniele Lama