Piu bentornati che mai, occuparci dei Tarwater, a qualche anno di distanza dall’ultima uscita “Dwellers on the thershold”(Kitty-Yo) è diventata per noi una buona abitudine.
Ritornano con un disco che suona forte e coerente, lontano dalla ripetitività ricercata ossessivamente nei precedenti dischi, in parte dovuta ad una differenza sostanziale avvenuta nella preparazione dei brani.
Dalla impegnativa e promettente apertura di “Across The Dial” fino alle ultime note, si avverte molto chiaramente quanto la vena narrativa dei Tarwater si sia imposta rispetto alle ripetitività elettroniche del passato, avvolta da un beat caldo e avvolgente ricco di fascino molto lontano dai minimalismi seriali delle precedenti uscite.
Le canzoni, perche di quello si tratta ed è lì la novità, nascono attraverso l’utilizzo di strumenti “nuovi” per Ronald Lippok e Berndt Jestram: basso, batteria e chitarre sostengono la partiture fin dall’inizio e soltanto in dissolvenza il tappeto elettronico acquista il giusto spessore, anche per l’intervento di amici fidati ed esperti come Dirk Dresselhuas (Schnider TM) e Marc Weiser (Rechenzentrum) tanto ricercati quanto discreti nei rispettivi contributi offerti alla riuscita di un ennesima buona prova dei Tarwater.
Autore: g.ancora