Attenti a queste due! Olivia Hally e Pepita Emmerichs da Melbourne hanno intenzioni serie: dopo l’album di debutto, Stadium Cake, del 2016, ritornano ancora in forma di duo per I Wasn’t only Thinking about You, per ATO records, dopo essere state agli esordi nel 2011 una vera e propria band, con Stuart West (basso), Paddy Montgomery (mandolino) e Justin Olsson (batteria e percussioni). La formula solista aiuta sicuramente le due ragazze, che confezionano con I Wasn’t only Thinking about You un album davvero delizioso, nella forma del pop artistico, con toni e melodie assolutamente godibili ma mai scadenti nel commerciale.
Le due ragazze si sono formate in giro per festival ed eventi importanti, collezionando anche amicizie ed estimatori preziosi, da Paul Simon, che le ha viste mettere in atto una cover di Graceland dal vivo, a Billy Bragg che le ha invitato al festival di Glastonbury nel 2017. A Canberra sono anche state nominate “Giovani performer folk dell’anno” nel 2014, sebbene il loro stile sfiori il folk per melodia e leggerezza, ma sia in realtà più completo, avvalendosi di tutti gli strumenti. Loro stesse definiscono la loro musica come “folk/pop/country con strumentazione blues”, e certamente le influenze riconosciute dalla Emmerich, come Andrew Bird, Leonard Cohen, Bob Dylan, Johnny Cash, vanno in direzione del folk più classico, a cui però si associa anche l’ispirazione, riconosciuta anch’essa dalle due musiciste australiane, degli Arcade Fire, a testimonianza di come gli influssi musicali siano una questione complicata da dirimere per la musica delle Oh Pep!.
Meglio allora dilettarsi semplicemente ad ascoltare: per esempio la track iniziale, il miglior intro possibile al disco, perché 25 è forse il pezzo più alto, tutto giocato fra una tensione quasi cupa nelle strofe e un ritornello solare e gustoso, deliziato dal falsetto di Olivia e dallo scorrere dei violini di Pepita, oppure la malinconia da brezza invernale di Hurt Nobody, dove la voce di Olivia spicca per soavità e leggerezza, o ancora Asking For, e Parallel, i pezzi più pop/folk del disco. Fanno da contraltare a questi pezzi di atmosfera triste, da brughiera irlandese, pezzi ariosi e squisitamente pop come Your Nail and Your Hammer, o What’s the Deal with David, o pezzi dream-pop come Truths o Up Against the World.
Il risultato è un piccolo gioiello, un lavoro delizioso di cesello fra chitarre acustiche, violini, voci in falsetto e controcanti, dove tutto è perfettamente al posto giusto, senza sbavature, e con rifiniture eccelse, meticolose fino al particolare più dettagliato. Un lavoro che può aprire sentieri inaspettati fra folk e dream-pop, allargando i confini di una musica che alla fine resta senza tempo, quasi sospesa nell’ariosità delle due voci femminili.
autore: Francesco Postiglione