Di questo supergruppo si è parlato tanto, fino all’uscita di Amok, lo scorso 26 febbraio.
E senza attendere i responsi di pubblico e critica, gli Atoms for Peace hanno già annunciato il tour, che toccherà in due tappe anche l’Italia: il 16 luglio a Roma, per il solito gustoso appuntamento con Rock In Roma all’Ippodromo delle Capannello, e il
17 luglio a Milano, per una location tutta nuova che ben promette – City Sound all’Ippodromo di San Siro.
Per essere un supergruppo in cui suonano Thom Yorke dei Radiohead, Flea dei Red Hot Chili Peppers, il produttore dei Radiohead Nigel Godrich, il batterista Joey Waronker, già al lavoro con i R.E.M., ed il percussionista Mauro Refosco, già collaboratore di David Byrne e Brian Eno, diciamo subito che ci si poteva legittimamente aspettare più musica e meno campionamenti.
Ma tant’è: l’impronta di Yorke domina incontrastata, ed è lo Yorke del progetto solista Eraser di qualche anno fa, lo stesso Yorke dei Radiohead di King of Limbs, l’ultimo album di due anni fa tutto campionato con pochi sprazzi di puro rock. E che la scelta stilistica sia questa è confermato dal fatto che dal vivo gli Atoms esibiranno pezzi di Eraser, oltre che ovviamente quelli di Amok.
Del resto Yorke racconta che la band, riunita già dal 2009, è nata dalla voglia di trasformare i pezzi di Eraser in qualcosa che si potessere ricostruire live, e da lì sono venuti fuori i pezzi inediti che sono poi confluiti in questo lavoro. E al tal proposito Yorke ha dichiarato: “Io sono molto approssimativo, ho bisogno del lavoro della band, intesa nella sua interezza. C’era molto materiale, però avevamo bisogno di trovarci in studio, provare, cambiare, lavorarci. E così è stato”.
Il punto è che il dubstep e l’ìdm di Amok sono assolutamente già sentiti, e non solo attraverso le citate espierenze di Eraser e King of Limbs, ma anche nel mood inglese da cui Yorke ultimamente va a pescare (da Four Tet a Shed e a Actress).
Curioso che il carismatico vocalist dei Radiohead parli di questo disco come un ritorno alla musica pura dopo l’eccessivo uso del portatile: in realtà i campionamenti sono incessanti, le chitarre sono inesistenti, il basso di Flea, del tutto sprecato, potrebbe essere sostituito da dub elettronici, la batteria di Waronker non si distingue da quella realizzata con qualsiasi programma al Mac.
Eppure le citazioni iniziali di I Zimbra dei Talking Heads in Before your Very Eyes sembravano promettere bene, ma è solo un attimo. Se si ascolta Default, l’impressione che ci sia una band dietro proprio non arriva: c’è solo Yorke (che qui gigioneggia un po’ a imitare il Bono Vox degli ultimi anni). L’esistenza di un basso, comunque distorto elettronicamente, si riconosce solo al terzo pezzo, Ingenue, il primo singolo. Mentre la cosa migliore che si può dire di Judge Jury and Executioner è che ricorda Idioteque, privata però della passione violenta, seppur elettronica, con cui quest’ultima si sviluppava.
E tutto l’album scorre via così, tremendamente cerebrale, in questo perfetto e perfettamente confezionato, ma appunto esclusivamente per la testa. Non c’è spazio per arpeggi o assoli, né per vocalizzi che minimamente riescono ad emozionare. Soltanto ritmi lobotomici, che sono, anche solo nei Radiohead, ormai cose già sentite.
Onda Rock ne parla in termini di “Encefalogramma piatto” e di “Pattume generale”: forse il giudizio è troppo duro, e non tiene conto del fatto che almeno l’elettronica qui disegna melodie, come in Dropped, la più readioheadiana dell’album, o in Amok, dove ritorna un po’ di musica suonata, o che ogni tanto qualcosa di interessante, come le percussioni di Stuck Together Pieces, si sente.
Su tutto spicca la voce, ma dovremmo forse dire l’ego, di Thom Yorke, che non sembra lasciare spazio alla impronta pur potenzialmente importante degli altri. Però sarà anche il caso di dire che il tono volutamente lamentoso che è ormai lo stile Yorke rischia davvero di stancare, soprattutto se ci si ricorda che il leader dei Radiohead è davvero (o era?) un cantante puro e dotatissimo, come si ascolta in qualunque pezzo dei primi tre storici album radioheadiani. E qui la sua prova, come anche negli ultimi suoi dischi, è sotto tono, e costantemente tendente a uno stile monotono.
Ma a quanto pare Yorke va avanti nella sua strada, e ormai fa musica per se stesso, e per i canali oscuri della sua mente. Ferma restando la genialità sua e dei Radiohead, e il loro ruolo storico indiscutibile, bisognerà pur avere il coraggio di dire che è da un po’ che questo genio londinese non riesce a dire qualcosa di nuovo, o, in alternativa, di veramente emozionante. E la superband di cui si è circondato non sembra aiutarlo.
www.atomsforpeace.info
www.facebook.com/pages/Atoms-For-Peace/354674551413
Tracklist:
Before Your Very Eyes…
Default
Ingenue
Dropped
Unless
Stuck Together Pieces
Judge Jury And Executioner
Reverse Running
Amok
autore: Francesco Postiglione