Questo disco racconta di un incontro. Quello tra Budgie (inglese; batterista; compagno di vita e di arte di Siouxsie Sioux sia nei The Banshees che nei The Creatures) e Leonard Eto (giapponese; percussionista; membro tra il 1984 e il 1992 dell’ensamble Kodo), avvenuto in uno studio di registrazione di Tokyo il 19 agosto 2002. Incontro fortemente voluto da Budgie, da tempo fervente ammiratore, come lui stesso ci illustra nelle note del CD, del maestro nipponico. E così quel lunedì mattina per circa un’ora e mezza si svolse un serrato corpo a corpo musicale, un’orgia percussionistica (documentata, per la gioia degli appassionati, da un dvd incluso come bonus in un’edizione speciale), fondata sull’improvvisazione, tra la batteria dell’europeo e il taiko (enorme tamburo tradizionale) dell’asiatico.
La sessione, debitamente registrata (anch’essa integralmente documentata da un cd incluso come bonus in un’altra edizione speciale di Hài!), è poi diventata, una volta che Budgie e Siouxsie sono rientrati a casa, lo spunto per il nuovo album dei The Creatures, a quattro anni di distanza dal precedente Anima Animus. Infatti Siouxsie ha scritto testi e melodie mentre Budgie ha curato gli arrangiamenti aggiungendo altri strumenti (marimba; piano; yueh ch’in; ecc.) al tappeto sonoro nato in studio. Da questo lavoro sono derivate le nove tracce di Hài!, testimonianza del desiderio di sperimentazione e di mettersi alla prova della coppia, la quale non cede né alla tentazione di interpretare il ruolo di “vecchia gloria” del rock (ricordiamo, per i pochi che non lo sapessero, che sin dal 1976 Siouxsie è stata una assoluta protagonista della nascita, morte ed evoluzione del punk) né a quella di adattarsi alle mode.
Si tratta in definitiva di un lavoro sicuramente interessante, che probabilmente non sarà ricordato come pietra miliare ma che dimostra come sia possibile sfornare prodotti in cui creatività, qualità (il canto di Siouxsie è sempre straordinariamente affascinante ed evocativo; Budgie conferma di essere un musicista di spessore), piacevolezza riescono ad andare ancora a braccetto. Basta volerlo.
Certo, il disco non è uniforme nei risultati: personalmente preferisco i primi cinque brani (l’iniziale Say yes! su tutti), più energici rispetto alle armosfere maggiormente rilassate ed algide degli altri quattro. Nel complesso si tratta comunque di un lavoro degno di attenzione: non snobbatelo!
Autore: Sergio Travi