Onore al merito della !K7 che finalmente mi ha fatto provare l’ebbrezza di non poter ascoltare un cd (nel caso specifico quello di Ursula Rucker) né su di un pc che su di un mac(evviva la democrazia!). L’importante, comunque, è il contenuto e non il suo supporto perciò lascio stare queste stupide beghe, dedicandomi a quello che in effetti mi/vi interessa di più in questa sede: vale la pena spendere tempo e denaro per la nuova uscita di mrs “Supa Sista”? Occhio e croce la risposta è affermativa. Inimitabile sciorinatrice di versi distanti anni luce dalla dilagante stupidità lirica dell’odierno hip-hop, l’artista di Philadelphia conferma di essere un intrigante ibrido in cui poesia e spoken word viaggiano di pari passo. L’inevitabile verbosità di un siffatto disco, per chi non possiede una profonda conoscenza della lingua americana e delle relative espressioni in slang, può rappresentare un ostacolo non da poco. Soprattutto le cupe atmosfere dei primi brani rendono ostico l’approccio a “Silver Or Lead”. Meglio, a mio avviso, le tracce dove musica e testo hanno un ruolo quasi paritario, penso al nu-jazz di “Time”(arrangiata dai 4 Hero) oppure alla latineggiante “Release”(incisa col contributo di Lil Louie Vega). Nessuno mette in dubbio che la padronanza con cui la Rucker tratta i temi che più le stanno a cuore(sessismo, politica, amore) sia di notevole livello, però sempre di musica si sta parlando e collegare la testa a cuore è un obbligo non secondario.
Autore: LucaMauro Assante