Ingredienti per due persone:
175 gr di seitan
2 patate piccole
1 cipolla
2 cucchiai di olive tagiasche
2 cucchiai di concentrato di pomodoro
1 cucchiaio di farina
1 bicchiere di vino
500 ml brodo vegetale
olio EVO
timo
paprika sale & pepe.
Una pietanza per me nuova, ma molto versatile e davvero saporita. Anzi, il suo sapore lo conoscevo già, nella mia memoria ricette con grano ce ne sono state a bizzeffe!
E il gruppo di questo mese è proprio come il seitan: versatile e familiare.
Sono passati anni e possiedono ancora quel comune denominatore, ma se si confrontano strettamente le tematiche e i ritmi spinti di “Microchip” e “Amorematico” con i lavori successivi, nulla è uguale a prima. “Una nave in una foresta” ci fa capire sin dalla copertina che qualcosa è cambiato rispetto al passato: per la prima volta il titolo è formato da un’intera frase. Allo stesso tempo vi è quel ritorno all’accostamento di due elementi totalmente diversi tra loro: il bosco e l’ingegno umano, in cerca di un contatto, un equilibrio. Una barca in una foresta, in dialetto torinese, indica qualcosa fuori contesto: nove storie, nove personaggi estraniati che vivono in bilico senza perdere la speranza.
L’album viene introdotto dalla title track: una ritmica sostenuta egregiamente da Ninja sia alla batteria acustica che elettronica, condita da synth e tastiere di Boosta che la fanno da padrone. Un’elettronica leggera e oscura che nel finale vira verso suoni dance: il risultato è molto gradevole, anche per quanto riguarda i testi. Dopo il buon inizio seguono velocemente la mediocre “Tra le labbra” e il primo singolo estratto, che trasuda Subsonica da ogni poro.
Intanto la fame avanza quindi … soffriggete la cipolla nell’olio e lascia tela imbiondire, aggiungete il seitan in cubetti e lasciatelo insaporire. Sfumate con il vino bianco e siete arrivati al quarto brano, dove arriva la prima vera perla “Attacca il panico”: batteria che cresce in sincronia al cantato di Samuel lungo tutti i 3 minuti, effetti campionati che guizzano e scompaiono quasi a caso (ma in realtà ogni elemento è al posto giusto), il tutto dominato da un riff di chitarra elettrica che rimanda ai gangster-movie. “Attacca il panico” è una canzone travolgente che cerca di esorcizzare la paura di andare avanti ed essere se stessi attraverso il ritmo e possiede tutto ciò che ci si aspetta da loro senza risultare banale.
Voi aggiungete il timo, la paprika, il concentrato di pomodoro, un mestolo di brodo, farina, sale e pepe.
E siamo giunti a “Di domenica”, nato per essere un singolo con cui scalare la classifica di iTunes; perché tutto può sembrare tranne un brano dei Subsonica. Questo tipo di romanticismo pop non gli si addice affatto! Di seguito “I cerchi negli alberi” e la notturna e nostalgica “Licantropia”, che accompagna l’ascoltatore verso il gran finale.
Aggiungete le patate a cubetti e le olive, il resto del brodo e lasciate cuocere per 30 minuti.
Il secondo picco dell’album arriva con la settima traccia. “Specchio”, insieme al brano conclusivo, è il più interessante del loro settimo lavoro. Samuel adotta la forma-canzone classica del quintetto: ritmo acceso, voce disincantata e finta fine a ⅘ di canzone. Funziona, lo sanno benissimo e la formula non ha segreti per loro e usano questa ricetta per “Ritmo Abarth” Concluse le nove storie, arriviamo al vero pezzo sperimentale. Attratti ancora una volta dal dualismo tra artificio e natura, accolgono nell’opera il manifesto di Michelangelo Pistoletto, la cui voce si avvolge a quella di Samuel per descrivere il Terzo Paradiso, un progetto per condurre “[…] l’artificio, cioè la scienza, la tecnologia, l’arte, la cultura e la politica a restituire vita alla Terra. Terzo Paradiso significa il passaggio ad un nuovo livello di civiltà planetaria, indispensabile per assicurare al genere umano la propria sopravvivenza”.
Può considerarsi una sintesi del loro essere: i concetti-chiave del gruppo si muovono su una base che muta continuamente, destrutturata, che ricorda una versione meno rumorosa degli “Atmosferico I-IV” contenuti in “Amorematico”. Bassi forti, suoni limpidi e precisi, per una canzone che educa e incanta.
Dopo tre anni di assenza i fan si chiedono la stessa cosa che i Subsonica cantavano qualche anno fa: “non siete riusciti a bissare Microchipemozionale”. Forse è vero, a quei livelli non si tornerà più; ma riconosciamo ai Subsonica il coraggio di sperimentare e mettersi in gioco riuscendo ad emozionarci sempre, anche se non del tutto. Bisogna solo trovare una nuova chiave di scrittura, tornare a quei testi potenti e a quelle liriche che riuscivano ad arrivare nel profondo, con poche parole ma quelle giuste.
Beveteci una bella birra scura, una bella rossa.
autore: Alessandra Pompa