La bella, giovane e brava cantautrice marocchina Hindi Zahra, nata a Khouribga ma residente in Francia dal ’93, dopo un EP pubblicato l’anno scorso lancia adesso il suo long play dal significativo titolo Handmade.
Ma l’album è tutt’altro che un prodotto artigianale: anzi, è curatissimo negli arrangiamenti e nel missaggio, segno di una cura particolare che si sente anche nella composizione dei brani.
Hindi è riuscita nel difficile tentativo di conciliare il soul di matrice anglosassone con il cantautorato classico francese (Edit Piaf, per capirci) e influenze arabeggianti figlie della sua cultura d’origine.
Questo interessantissimo mix si avverte sin dal primo pezzo, che è anche suo singolo di lancio, già presente nell’EP, Beautiful Tango, dove già si annunciano gli elementi portanti dell’album: la chitarra classica, i ritmi mediterranei, e naturalmente la sua bella voce calda e profonda.
Stesso schema per Oursoul, dove la lingua scelta è l’arabo, come anche in Imik Si Mik, e qui è davvero affascinante vedere come la brava cantante declina una lingua metricamente non facile per questo genere di musica verso melodie e ritmi tipicamente europei, senza peraltro perdere il contatto musicale con la sua cultura di riferimento.
Acustiche sono anche Fascination, la suadente Kiss & Thrills, At The Same Time, Don’t Forget, dove sarebbe veramente difficile per chiunque distinguere i riferimenti musicali da quelli del soul più tipico e classico, per quanto ombrato di malinconiche venature folk.
Ma le vere perle sono Set Me Free, Stand Up, dove appunto si raggiunge un’emozionante commistione fra generi e stili, fino ai pezzi non più acustici e strumentalmente ben strutturati con cui si chiude questo piccolo ma perfetto capolavoro, come la splendida e articolatissima Music.
Per chi ama la musica che non si dà etichette, questo primo lavoro di un’artista destinata per forza a diventare famosa rappresenta davvero una gioia per le orecchie e per il gusto, da ascoltare al buio in solitudine tanto quanto in sottofondo durante serate mondane.
Autore: Francesco Postiglione