I Mogwai hanno lanciato ad agosto una nuova colonna sonora: dopo Zidane: Un ritratto del 21° secolo, The Fountain, e Atomic, del 2017, e dopo l’ultimo LP sempre del 2017 Every Country’s sun, stavolta i Mogwai si cimentano a commentare musicalmente un vero e proprio film, Kin, un racconto di fantascienza diretto da Jonathan e Josh Baker e scritto da Daniel Casey, interpretato da Jack Reynor, Zoë Kravitz, Carrie Coon, Dennis Quaid e James Franco.
La soundtrack, distribuita da Rock Action Records per l’Europa, e Temporary Residence Limited per gli USA, ha già dei singoli: la title track Kin, il pezzo tematico centrale Donuts e soprattutto We’re not Done, raro ma non unico episodio in cui Stuart Braithwaite canta con la sua solita voce trasognata, all’interno delle atmosfere melodiche e ipnotiche che hanno reso celebre lo standard musicale della band scozzese.
“Eravamo davvero eccitati all’idea di registrare la colonna sonora originale per il film d’esordio di Jonathan e Josh Baker. È stato fantastico realizzare un progetto così diverso da tutto ciò che abbiamo fatto prima e vediamo come la nostra musica si adatta in un ambiente completamente diverso rispetto a come è stata usata in passato.” Così commenta Braithwaite, e si può solo aggiungere che per recensire una colonna sonora bisognerebbe per forza vedere il film, cosa che per ora in Italia non è stato possibile visto che non è ancora nelle sale italiane.
Ciò detto come premessa, Kin funziona abbastanza bene anche come disco dei Mogwai puro e semplice. C’è certamente qualcosa in meno: solo 9 tracce, alcune delle quali sono certamente puri commenti o accompagnamenti musicali a scene specifiche, come Eli’sTheme o Miscreants o Funeral Pyre. Ma nel complesso i tratti distintivi della musica dei Mogwai ci sono tutti, a differenza, per esempio, di quanto accaduto con Atomic e con Zidane, dove forse la matrice documentaristica ha inciso troppo sulle esigenze di produzione musicali.
Un film di fantascienza era forse quello che ci voleva per scatenare adeguatamente la fantasia melodica della band, il cui post rock d’autore sembra in realtà fatto apposta per descrivere scenari apocalittici, futuristici e cupi. Qui se ne dà un assaggio con Guns Down e con Donuts, in particolare, oltre che con Scrap, Flee e Kin.
Ripetiamo: in una colonna sonora le canzoni nascono con uno scopo specifico, e in particolare se si tratta di un film con una storia narrata per capire se funzionano bisogna vederle mentre si scorrono le scene. Specie se si tratta di brani strumentali, come è nel marchio di fabbrica della band di Braithwaite. Ma ascoltando i brani di Kin ci sembra già di immaginare la trama del film dei Baker (trama spielbergiana a quanto pare: un ragazzino difende la famiglia con una arma sorprendente dagli assalti di una società distopica). E anche in un pezzo puramente di commento come Funeral Pyre si ha un momento Mogwai, per dirla con un linguaggio che chi conosce la discografia della band sa intendere bene. Flee, Donuts, We’re not Done, Guns Down, Kin, sono comunque pezzi che rientrano benissimo nel loro stile più puro, misto di elettronica sapientemente gestita e atmosfere ipnotiche e epiche create con la magia immaginifica della chitarra di Braithwaite.
Insomma, il sogno musicale, coltivato da ormai tanti anni con sapienza e successo dai quattro Mogwai, continua a cavalcare anche sulle onde della science fiction.
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autore: Francesco Postiglione