Jinte Deprez, a nome J. Bernardt, ha dato alle stampe il bel “Contigo” ([Pias]). In vero, Jinte Deprez, sin dalla fondazione dei Balthazar (con Maarten Devoldere e Patricia Vanneste), aveva dimostrato di convincere, come attestato, quantomeno, dal più che ottimo “Rats” del 2012 (da citare “The Oldest Of Sister”, “Later”, “The Man Who Owns The Place”, “Lion’s Mouth (Daniel)”, “Do Not Claim Them Anymore”, “Any Suggestion”, “Sides”, per un disco che nel complesso non mostrava cedimenti, mantenendo un livello di scrittura sempre alto) e dal seguente buon “Thin Walls” del 2015 (da citare “Decency”, “Bunker”, “True Love” …).
Nel 2017, distanziandosi in parte da quanto sino all’ora realizzato con i Balthazar, come J. Bernardt la pubblicazione di “Running Days”, primo lavoro solista non pienamente convincente, anonimo malgrado il carico e la miscellanea di elettronica, “musica d’autore”, hip hop, musica “nera” …
A distanza di sette anni, con nel mezzo altre pubblicazione con i Balthazar (tra cui “Fever” del 2019), il suo secondo “buon” lavoro solista “Contigo” che da subito si impone per la (recuperata) formula che riduce l’elettronica del suo predecessore, verso un suono che, sebbene “complesso”, è più vicino al “rock”; ne è testimonianza la riuscita “Taxi”.
Trascinate è “Don’t Get Me Wrong”, con i suoi richiami “black”.
Se convincente per il suo gusto retrò è “Last Waltz”, si fa apprezzare “Contigo” con le sue ambientazioni da cavalcata western al tramonto (con tanto di tema fischiato nel finale).
Confidenziale è “Matter Of Time”.
Il Side B è aperto dalla pregievole è incalzante “Mayday Call”, esatta nel suo “refrain” a cui fa seguito “Left Bathroom Sink”, anch’essa inappuntabile.
Primaverile è “I’m The Ghost You Forgot”, con il suo tema/riff tanto essenziale quanto efficace e la sua apertura cinematografica.
Se intima e acustica è la ballata “Our Love Was Easy”, calda è “Free” (torna il fischiato) che chiude un disco ballo e riuscito.
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