Galera, titolo del nuovo album dei Fargas capitanati da Luca Spaggiari, evoca in una sola parola un’immagine forte e concreta, simbolo di una condizione precisa in cui l’uomo moderno non fatica a sentirsi irretito se guarda un po’ più in là delle libertà apparenti, del mito del progresso e della tecnologia, dell’illusione della globalizzazione, della finta democrazia e del benessere materiale su cui pure tanto ha investito in tempi di rivoluzione industriale ma che non ha risolto i suoi temi esistenziali più profondi.
Lo sguardo dei Fargas è molto lucido, non una resa o una sconfitta ma al contempo senza illusioni ed ottimismo a buon mercato, e porta avanti la narrazione attraverso immagini e sequenze disordinate, strappi improvvisi delle musiche ed impennate vocali repentine di Luca Spaggiari che sistematicamente abbandona i toni intimisti e canta tenendosi rauco e sopra le righe con la voce, testimoniando la sofferenza, lo spaesamento e la difficoltà di una condizione esistenziale che non offre più riferimenti, sbocchi, e tuttavia il taglio dei testi è molto poetico – lo sono anche quelli di Massimo Volume e Le Luci della Centrale Elettrica nelle loro narrazioni di analoghi malesseri, ma i Fargas non s’accaniscono su grigie scene di realismo e materialismo suburbano: in ‘Mentre io Entravo nelle tue Ossa‘ e ‘Pubblica Nudità‘ accennano qualcosa del genere salvo poi sfociare in metafore e surrealismo – dunque profondamente umano ed almeno implicitamente compassionevole laddove la galera ultima, più difficile da forzare, sembra essere quella che da soli ci costruiamo intorno, salvo lamentarcene poi per tutta la vita (‘Pubblica Nudità‘).
Tutto questo coerentemente con musiche elettriche che assecondano il cantautorato rock italiano – i Fargas sono di Modena, terra dunque di grande tradizione del rock nazionale, ed in ‘Stelle Rotte‘ questo cerchio si chiude – ma sovente se ne vanno per la tangente psichedelica, nel brano omonimo ad esempio grazie ad una chitarra elettrica pinkfloydiana, mentre una certa vocazione per i riff dal taglio squadrato seventies chitarra + tastiera non manca anche altrove: ad esempio in ‘Tu Qui‘, pur essendo generalmente i Fargas – che nel 2006 vinsero la targa miglior autore al m.e.i. – anche sperimentatori di soluzioni sonore personali.
I componenti del gruppo Davide Canalini, Luca Spaggiari ed Alberto Urbelli si avvalgono poi del contributo alla voce di Francesca Bono (OfeliaDorme) nella bella, delicata, pianistica ‘Mille Nodi‘.
Gruppo esistente dal 2002, i Fargas s’affacciano con questo disco ad una possibile maggiore popolarità in ambito indipendente grazie ad una proposta stilisticamente e concettualmente molto omogenea e matura, malgrado rifugga soluzioni a presa rapida; Galera è opera interessante e coraggiosa che pur rimanendo nella periferia della musica rock alternativa italiana, interesserà molto chi è a caccia di novità.
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autore: Fausto Turi