Algiers è un band sgargiante che mescola soul, punk, rock e gospel.
Algiers è l’energia soul mutata in rabbia punk. Grida violente piene di bellezza selvaggia, chitarre e bassi in fusione. Gruppo originario di Atlanta non si appropria solo della musica black tradizionale del Sud ma possiede una nuova vitalità. Un magma sublime. La voce lacerante del frontman Franklin James Fisher insieme ai suoi compagni Ryan Mahan e Lee Tesche, riescono a catapultare l’ascoltatore in un caos dionisiaco come se fossero in preda a un rito vudù.
La passione violenta e catartica della loro musica si nutre soprattutto grazie al loro senso di impegno sociale. Si battono contro tutte le idee di segregazione. Il loro terzo album There Is No Year è pieno d’ansia.
L’idea di base è che chi è al potere abbia distrutto il futuro. Con questo lavoro riescono a trasmettere un’esasperazione psicologica, una mancanza di speranza. L’ottimismo è un sentimento ingenuo se non è preceduta dall’espressione di questi sentimenti.
Ritroviamo il soul in Dispossession, l’industrial in Unoccupied, l’r&b in Chaka, con una voce un po’ alla Michael Jackson, grandi melodie per pianoforte e coro in Losing Is Ours, Nothing Bloomed, sintetizzatori horror in Hour of the Furnaces e tirate punk-hardcore nel finale Void.
L’album è un’interpretazione di cosa sono gli Algiers, una fotografia di un gruppo in un ambiente specifico, insieme a persone diverse in uno spazio di fiducia totale, muovono maree di rumore bianco, glitch, elettronica distorta, come se dietro il disco ci sia un male che incombe, una malattia che si propaga canzone dopo canzone.
I testi, tutti tratti dal poema epico Misophonia scritto da Fisher durante un “lungo periodo di ansia e vuoto”, parlano di regni che crollano, cavalieri consumati, uomini che danzano nel fuoco, terra dove non fiorisce nulla, un mondo dove “tutto inizia a svanire sotto il peso del silenzio”.
Se c’è una speranza, dice Mahan, è nel Suono, spesso scritto con la maiuscola. Questo disco riflette lo stato mentale di una persona, la loro esperienza in studio e dal vivo e come si sentono nel mondo. Franklin ha scritto Sound, in quasi tutti i testi. Forse è il suono della fine, forse quello del futuro.
There Is No Year realizzato in sole due settimane in un unico posto è il risultato di canzoni meno plasmate e ripensate. In “Dispossession” con le parole Freedom is coming soon si promette che “la libertà sta arrivando presto” Ma per chi? Quando?In che modo? . Fisher parla come un profeta, ma le sue visioni rimangono opache.
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autrice: Rosita Auriemma