Il gruppo capitanato da Michael Gira ha subito varie incarnazioni. Mossi i primi passi nel lontano 1982, la band si era sciolta nel 1997, per poi tornare in attività a partire dal 2010. Da allora hanno visto la luce lavori come My Father Will Guide Me Up A Rope To The Sky (2010), The Seer (2012) e To Be Kind (2014).
Tali dischi hanno visto in formazione, oltre allo stesso Gira, Norman Westberg, Kristof Hahn, Phil Puleo, Christopher Pravdica e Thor Harris. La loro collaborazione, ahinoi, si appresta a giungere al termine.
Non prima, però, di pubblicare a nome Swans un nuovo album, The Glowing Man , in uscita su Mute Records, il prossimo 17 Giugno.
A parte i formati standard, è prevista anche un’edizione limitata in doppio CD/DVD, che conterrà un live registrato nel 2015.
Da Luglio partirà il tour promozionale che avrà due appandici italiane, quelle del 5 Novembre al Teatro Manzoni di Bologna e del
6 Novembre all‘Orion Live Club di Ciampino (RM).
In basso trovate un breve stralcio audio della title track ed una lunga dissertazione di Michael Gira sull’ultimo periodo degli Swans (sigla che il nostro, comunque, porterà avanti in futuro) e sulla genesi del nuovo album.
La tracklist:
1. Cloud of Forgetting
2. Cloud of Unknowing
3. The World Looks Red/The World Looks Black
4. People Like Us
5. Frankie M.
6. When Will I Return?
7. The Glowing Man
8. Finally, Peace.
http://younggodrecords.com/
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Nel 2009, quando ho preso la decisione di ridare vita agli Swans, non avevo idea di cosa avrebbe comportato. Sapevo che se avessi preso la strada della rivisitazione del catalogo sarebbe stato inutile e mortificante. Dopo aver pensato molto su come rendere questa un’avventura che avrebbe invece portato la musica in avanti in un terreno inaspettato, ho scelto le cinque persone con cui lavorare che credevo avrebbero fornito un senso di sorpresa, ma anche di incertezza, e che contemporaneamente avrebbero avuto la forza e la fiducia per cavalcare il fiume dell’intenzione che sgorga dal cuore del suono, ovunque ci avrebbe portato – e qual è l’intenzione? L’AMORE!
E così questo AMORE ci ha portati, con l’uscita della nuova e definitiva registrazione di questa configurazione degli Swans, attraverso quattro album (tre dei quali contengono più complessità e sfumature di quanto mi sarei mai sognato), diverse uscite dal vivo, vari progetti di raccolta fondi, innumerevoli e apparentemente infiniti tour e prove, e in generale un regime estenuante che ci ha lasciato storditi ma ancora rinvigoriti e ansiosi di vedere questa cosa fino alla sua conclusione. Con la presente ringrazio i miei fratelli e collaboratori per il loro impegno verso la verità ovunque si trovi al centro del suono. Io non sono decisamente un deista, ma in alcune occasioni – in particolare nelle performance dal vivo – è stato un mio privilegio, attraverso i nostri sforzi collettivi, di cogliere appena qualcosa di infinito nel suono e l’esperienza generata da una forza che è sicuramente maggiore di tutti noi messi insieme. Quando si parla con il pubblico dopo gli spettacoli o attraverso la corrispondenza successiva, è stato anche un privilegio scoprire che hanno sperimentato qualcosa di simile. Qualunque sia la forza che ci ha portato attraverso questa escursione, è stata utile per molti di noi, e io sono grato per quello che è stato il periodo più impegnativo e appagante della mia vita musicale.
Andando avanti, finito il tour per The Glowing Man, io continuerò a fare musica sotto il nome Swans, con un nuovo cast di collaboratori. Ho una piccola idea sul suono che prenderà, il che è una buona cosa. I tour saranno meno estensivi, ne sono certo! Qualunque sia il futuro, mi mancherà immensamente questo particolare luogo di potenziale musicale e umano: Norman Westberg, Kristof Hahn, Phil Puleo, Christopher Pravdica, Thor Harris, e me stesso mescolato lì da qualche parte.”
“Ho scritto la canzone ‘When Will I Return?” perché la cantasse Jennifer Gira. È un tributo alla sua forza, al suo coraggio e alla resilienza di fronte ad un’esperienza subita che l’ha segnata profondamente, e che continua a superare tutti i giorni.
La canzone ‘The World Looks Red / The World Looks Black’ usa delle parole che ho scritto nel 1982 o giù di lì che i Sonic Youth hanno utilizzato per la loro canzone ‘The World Looks Red’. La musica e la melodia usate nella versione attuale sono completamente differenti. Mentre sviluppavo il materiale per questo nuovo album, avevo una base acustica della canzone ed ero perplesso sulle parole. Per ragioni a me sconosciute, il testo che ho lasciato così tanto tempo fa nella mia macchina per scrivere in piena vista a casa mia e in sala prove (l’ultima che ho condiviso con i Sonic Youth all’epoca) e che Thurston Moore ha utilizzato con il mio felice permesso, mi è tornata in mente e ho pensato “Perché no?” La persona che ha scritto quelle parole ben più di tre decenni fa somiglia poco a quello che sono ora, ma credo che rimanga un testo utile, quindi “Perché no?”. Forse, in un certo senso, chiude il cerchio.
La canzone ‘The Glowing Man’ contiene una sezione della canzone ‘Bring The Sun’ dal nostro album precedente, To Be Kind. La sezione è, naturalmente, nuovamente eseguita e orchestrata. ‘The Glowing Man’ è cresciuta organicamente dalle improvvisazioni che hanno avuto luogo dal vivo durante l’esecuzione di ‘Bring The Sun’, così ci è sembrato essenziale includere quella sezione rilevante. Dal momento che nel lungo e tormentato corso della genesi di questo brano, quella sezione è sempre stata un caposaldo integrante, credo che saremmo stati incapaci di eseguire l’intero pezzo senza di essa.
‘Cloud of Forgetting’ e ‘Cloud of Unknowing’ sono preghiere. ‘Frankie M’ è un altro omaggio e un augurio per un’anima ferita. ‘The Glowing Man’ contiene il mio Koan Zen preferito. ‘People Like Us’ e ‘Finally, Peace’ sono canzoni di addio.”
Michael Gira 2016