Delle tre nuove fantastiche voci che hanno ridato vita al genere del cantautorato al femminile, se Joan As Policewoman guarda al lato più sperimentale e Hindi Zahra a quello più etnico e world music, certo Alessi’s Ark, l’ultima in ordine di arrivo oltre che per età cronologica, è quella che invece rappresenta il lato più classicamente folk.
La giovanissima cantautrice inglese ha iniziato al 17 anni la sua carriera, anche se le è stata rallentata da varie vicissitudini contrattuali per cui un suo disco finito è rimasto per anni chiuso in un cassetto di una grande casa discografica, come la Virgin. Oggi esce col suo primo lavoro Time Travel mentre durante la lunga attesa si è fatta le ossa suonando con musicisti di primo piano come Bright Eyes, Laura Marling, Mumford & Sons e molti altri.
Batterista, scrittrice di fumetti, artista, questa ragazzina tutto pepe che oggi ha 21 anni è cresciuta in Hammersmith nella Londra ovest, e già nel 2007 pubblicava un EP, Bedroom Bound, sotto il nome d’arte di Alessi’s Ark, l’arca di Alessia.
In quest’arca oggi Alessi ci mette 12 canzoni brevi, godibilissime e veloci, che vengono dal mondo degli affetti, degli amici, della famiglia e dei valori domestici. Niente di stravolgente o scandaloso, solo buona musica. Ma anche testi densi, fra ricordi di desideri di infanzia e verità della crescita, lotte per affermare sogni e delusioni cogenti.
L’inizio soft e arioso di Kind of Man è seguito dall’altrettanto acustica Wire, ma non c’è solo folk acustico in questo disco: On the Plain è già su un altro pianeta, ricordando Jodi Mitchell, mentre Must’ve Grown ricorda, anche per i timbri vocali, i Cranberries degli esordi pop.
Il gioiellino è certamente Maybe I Know, talmente ben confezionata da suonare subito classica e senza tempo: davvero una ballata pop serena ma non stupida che potrebbe conquistare cuori e orecchie in ogni epoca.
Non mancano i momenti più intimisti, magari anche con presenza di piano, o strumentalmente più evoluti, come la stupenda ballata jazz The Fever, Blanket, Run, o Time Travel, per un album che complessivamente si mostra completo, a tutto tondo, con l’unico difetto forse di non avere eccezionalità o momenti indimenticabili che fanno gridare al genio. E forse Alessi genio non è, ma certamente una brava musicista che vuole fare sul serio, e con le altre cantautrici di oggi sta rilanciando un genere che era sepolto come l’arca a cui allude nel suo pseudonimo. E questa ragazza ha tutto il tempo davanti per stupire ancora.
Autore: Francesco Postiglione