C’erano voluti quasi una decina d’anni a Tim Simenon per rimettere in piedi il suo progetto musicale Bomb The Bass. “Future Chaos” del 2008 ci aveva riconsegnato un artista nel pieno della maturità, magari poco incline alle novità ma, ormai, conscio della propria cifra stilistica. Le ottime premesse, dunque, ci inducevano a sperare in un prosieguo ancor più radioso. “Back To Light”, questo il titolo della sua nuova fatica discografica, in parte, mantiene quanto promesso. Coadiuvato in sede produttiva dall’estro minimal tecno di Gui Borrato (esponente di spicco della benemerita Kompakt Records), Simenon ha progettato una serie di basi musicali, affidando le parti cantate a vari ospiti. A farla da padrone, come nell’album precedente, è la voce di Paul Conboy, vecchio collaboratore del nostro. Malgrado le tracce che lo vedono coinvolto, risentano positivamente di una certa implementazione dei beats (così come avviene un po’ in tutto il disco), talvolta il suo tono mellifluo non giova sempre alle composizioni. Tranne nei casi in cui si azzecca la melodia vincente (“The Infinites” o nella magnifica ”Burn Less Brighter”, forse il vero apice del disco). Altrove, la scelta di puntare su nomi poco acclamati (Kelly Polar, Richard Davis, The Battle Of Land And Sea) non dona la stessa verve di “Future Chaos” (John Spencer, Mark Lanegan, Fujiya & Miyagi hanno altro spessore), adagiandosi su di un’elettronica tanto ben realizzata quanto priva di mordente. Chiude il cerchio, “Milakia, brano malinconico-strumentale concepito a quattro mani con Martin Gore dei Depeche Mode, dove si odono chiaramente echi anni 80’ neanche tanto male. Alla resa dei conti, è giusto pretendere qualcosa in più da uno alla stregua di Tim Simenon, eppure un suo mezzo centro ha un valore infinitamente superiore, rispetto a tanta robaccia che si sente in giro…
Autore: LucaMauro Assante