Primo disco inciso con Captiol-Emi, questo ritorno di Ivano Fossati dopo tre anni dall’ultimo lavoro in studio è all’insegna della continuità con lo stile a cui il cantautore ci ha abituato. Prodotto con Pietro Cantarelli l’album a volte rivela uno smalto forte, sia nella struttura musicale che nei testi, alternato però a momenti di sconfortante banalità ritmica e lirica.
Una chicca è sicuramente “L’amore trasparente”, che gode di vita a sé essendo scritta per il film Caos Calmo e avendo vinto in questa veste il premio David di Donatello e il Nastro d’argento 2008 come miglior canzone originale, e che rappresenta qui uno dei vertici del disco per combinazione di parole e musica. Valido l’inizio anche con Il Rimedio, piéce sugli strascichi di una separazione, e piacevolissimo anche il ritmo molto beach e vagamente reggae di “Miss America”, o ancora “Last minute”, canzone malinconica sull’amore vissuto in lontananza, attraverso immagini e riflessi che si vivono fra aeroporti e caffè stranieri, mentre si sogna solo la propria casa e la propria donna.
Qualche dolente nota viene invece proprio dalle canzoni se vogliamo più impegnate del disco, ovvero “Il paese dei testimoni”, atto d’accusa sulla tendenza alla delazione televisiva tipica del nostro belpaese, o “La guerra dell’acqua”, dove si vorrebbe denunciare la dimenticanza mondiale del problema dell’approccio alle risorse idriche, ma in realtà il testo vagheggia fra momenti francamente banali e passaggi troppo ostici, mentre il ritmo, in entrambi i pezzi, langue un po’, sempre troppo simile a se stesso lungo tutta la durata della canzone. Forse le andature rock non fanno proprio al caso del cantautore molto più a suo agio in ambienti delicati e dilatati, non necessariamente lenti, come in D’Amore non parliamo più e Illusione, che ci introducono invece soffusamente in atmosfere gitane, specialmente l’intro e il ritmo suadente del secondo. Il tutto è gestito con sapienza dalla band di Ivano, che oltre a Pietro Cantarelli, Claudio Fossati, Fabrizio Barale e Riccardo Galardini vede il ritorno di alcuni vecchi compagni dei suoi album storici: Riccardo Tesi all’organetto diatonico, Vincenzo Zitello alla cornamusa e ai flauti e Guido Guglielminetti al basso elettrico.
Autore: Francesco Postiglione