Cinque anni fa nascevano i Sushi, ma il volgare mondo della musica se ne infischiò. Un po’ di comparsate in giro, un altro album (“Un Mondo Terribilmente Volgare”, 2001) e la necessità di giustificare l’appartenenza alla grande famiglia Mescal. Oggi il gruppo porta alla luce il progetto “dDt” un’esperienza collaborativa “nata sul palco e concretizzatasi in studio” con Madaski. I risultati confluiscono in un mini ep il cui brano-alfiere è l’eponimo “dDt”, scritto dai recensiti Sushi per il duetto Otti&Madaski (quest’ultimo ne cura anche la “Sharon Monroe version”).
La morfologia del pezzo ammicca alla classe nu-electro wave (clash o non clash) imperante tra quei nostalgici che agli anni Ottanta hanno iniziato a guardare, con amore revisionista, da quando Gigi D’Agostino raggiunse il milione di copie con un tipo di plastica sonora molto meno biodegradabile dei synth innocenti e robotici della decade suddetta, facendo sorgere qualche dubbio sulle motivazioni attuali.
Lei, Otti – sto guardando il videoclip – si atteggia, non volendo certo, a nipotina educata di Donatella Rettore, ispirando tenerezza. Lui, Madaski, è uno stimato ingegnere di suoni, però quelle doppie voci da orco cattivo fanno un po’ sorridere. Un singolo “electrodark”, lo definiscono con compiaciuta definizione. Chiamatelo più plausibilmente pop in vetroresina, tipico di certi prodotti italiani (dagli Xilema, fino ai Subsonica), solo che questo è tinto di nero. Congenito a circuiti alla Mtv.
“DDt” comprende altri due brani, sicuramente migliori perché Ale Bravo dà una convincente prova alle tastiere: “Il Vuoto Perfetto” e “Cambiare le Cose”. Video di “dDt” included, con una bella direzione della fotografia.
Autore: Sandro Chetta