Chitarre distorte, taglienti, su ritmi esplosivi a sottolineare la foga del quartetto lombardo Gli Occhi Degli Altri (GODA), l’urgenza espressiva incentrata su un rock tirato nell’indie tutto sommato onesto ma che ancora rimane sotto traccia, ancora avvolto dagli imballaggi di una incertezza pratica (specie nella voce), e una bella raddrizzata stilistica e una precisa identità sonora è quello che gli manca, ma comunque dalla foga che si sente nella tracklist, i presupposti di “affrettare” il processo evolutivo c’è, da focalizzare ancora meglio ma c’è.
Di fronte al lago è il loro sette tracce, e immediatamente il “fracasso” degli amplificatori spara a raffica brani veloci, cangianti, disegnati su distorsori e giugulari maniacali, a parte i due minuti e 27 secondi di Guarda me che riportano l’ascolto ad un pop rock stabile, radiofonico, tutto il rimanente si imbizzarrisce tra malinconie e lampi elettrici Non andare via, La vertigine, Passo falso; particolarmente apprezzabile la turbolenza pop di La vertigine, che da sola riesce a “salvare in corner” il lotto dei GODA.
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autore: Max Sannella