Non esiste gruppo punk più controverso dei Bad Religion. Dal 1979 a oggi resta uno dei progetti più longevi e rappresentativi del punk della west coast, capostipite del filone che aprirà le porte a Greenday e Offspring il decennio successivo, una longevità che si deve forse proprio al fatto che la band di Graffin ha sempre agito con estrema consapevolezza culturale.
Oltre ai quattro quarti martellanti della batteria che fa da tappeto ai cori armonici di voci da veri uomini, la band di Los Angeles ha americanizzato totalmente il concetto di punk come solo due anni prima si era epifanizzato –anarchico e marcio- nel Regno Unito. Qualcosa di molto meno dada dei Ramones, meno irriverente delle New York Dolls. I Bad Religion hanno inscatolato nella musica punk i valori della costituzione americana insieme a un nazionalismo fervente che gli ha impedito per tutta la loro carriera di istigare masse con slogan anarcoidi o frasi di eccessivo dissenso. I Bad Religion sono, tutto sommato, una band di critica costruttiva. Lo spirito di Benjamin Franklin e George Washington li assiste, non senza un certo ottimismo puritano e illuminista.
In seguito a questa premessa non deve più stupire se lo scorso ottobre la band di Los Angeles abbia deciso di rilasciare un disco interamente composto di canzoni di Natale. E si badi bene, non si tratta solo di canzoni sul Natale, ma veri e propri inni sacri coverizzati e importati nel ventunesimo secolo senza un minimo cenno d’ironia o blasfemia. Si ritrovano in questo disco le più grandi hit di tutti i tempi, dal singolone scalaclassifiche scritto nel XIII secolo da San Bonaventura, Adeste Fideles, riportato nella versione inglese del 1841 Oh come, all ye faithful, fino all’immancabile White Christmas che ammicca costantemente a una certa I wanna be sedated. Non si può non nominare la versione punk del celeberrimo Gloria in excelsis deo trasformata in Angels we have heard on high e un supernazionalista-progressista American Jesus.
Se pensate che Christmas Song dei Bad Religion sia un disco fatto per vendere copie puntando sulla scarsa fantasia che certe fidanzate hanno nel fare regali di Natale, vi sbagliate. Non è solo questo. I Bad Religion avranno certamente salvato le sorti di molte coppie annoiate, lo scorso Natale, ma hanno tirato fuori un lavoro interessante, colto e per nulla scontato. Le armonizzazioni degli inni natalizi sembrano essere nate per finire in un disco punk e i Bad Religion, dall’alto del loro logo anti-crocifisso, controversi o meno, si sono presi l’onere di interpretare questo connubio.
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autore: Olga Campofredda
Epitaph Records