Se leggo Cramps, in mente mi vengono due associazioni. Il gruppo di Lux Interior e Poison Ivy e la mitica etichetta resa famosa da Demetrio Stratos (ex mente dei mitici Area). L’affetto però mi porta più verso il secondo pensiero. E, infatti, qui mi soffermerei. Poi automaticamente mi verrebbero in mente: rock, politica, free jazz e se aggiungessi all’informazione Cramps anche quella di Sinergia si aggiungerebbe anche un po’ di funk.
Senza leggere cartella stampa e non conoscendo gli sviluppi di questo progetto, che nasce nel 1998, quando partecipano a un Festival Tributo proprio a Stratos, mi aspetto di ascoltare un certo tipo di musica. Se poi leggo che hanno fatto da supporter a B.B. King, James Brown e Blues Brothers, l’idea che la loro musica deva virare verso quelle sonorità si rafforza.
Ecco, non c’entra nulla. Cioè toglietevi dalla testa tutto quello che potevate immaginare.
“Mr Freud”, l’ultimo lavoro dei Sinergia (che sono Alan Walter Bedin alla voce, Emanuele Giordani e Fabio Ziroldi alla batteria, Matteo Bussi al basso, Nicola Greva alle chitarre e Emmanuele Gardin al pianoforte e ai sintetizzatori) rompe con quello che erano agli esordi. Divergenze nelle componenti del gruppo hanno fatto sì che la loro musica virasse definitivamente verso un rock solido che non disprezza affatto, anzi quasi prende a modello, gli anni ruggenti dei Litfiba e dei Timoria, senza lasciarsi affascinare dall’attuale indie rock nostrano che va più per la maggiore, ma non disdegnando la sua parte più sperimentale. E a dirla tutta si allontanano anche dalla scrittura politica che tanto aveva influenzato un loro mito musicale come Stratos. L’etichetta non è più Cramps, ma più precisamente InMusica Records che però vaga sempre nell’universo della Cramps Factory, lungi dall’essere definitivamente scomparsa.
E “Mr Freud” sia nel nome che nella grafica ci riporta a un aspetto psicologico che si riflette anche sui testi, che sembrano porre l’accento sull’individualità e la solitudine, supportati da un ottima sezione ritmica col piano di Gardin che non è semplice comprimario.
Atmosfere rock che si fanno forti anche di gocce di psichedelia e della migliore tradizione pop con una seconda parte un po’ più forte della prima.
Ecco, facciamo così, prendiamo quest’album come il vero esordio (senza rinnegare nulla, sia chiaro) e diciamo che come esordio non è affatto male. Chissà che alla prossima non ci sorprendano con un bell’album hip hop. Onestamente speriamo di no e anzi ci auguriamo che continuino su queste frequenze.
Autore: Francesco Raiola
www.mondosinergia.com – www.cramps.it