La copertina di “YS”, ultimo lavoro di Joanna Newsom, opera del pittore Benjamin Vierling, pare uscita direttamente dal XVI secolo. E non è un caso che il disco sia stato arrangiato da Van Dyke Parks, già collaboratore di Brian Wilson e i Beach Boys, e autore di arrangiamenti sopraffini da Randy Newman agli U2 di “Joshua Tree”. La Newsom gli ha chiesto l’arrangiamento orchestrale andasse in parallelo con il binomio voce/arpa, senza voler assolutamente amalgamare il tutto. Cosa abbastanza insolita da chiedere a una persona del calibro di Van Dyke Parks che, armato di pazienza, impiega otto mesi per dar vita agli arrangiamenti del disco.
Insomma alla fine si sapeva che si sarebbe andati incontro ad un disco dal forte impatto contenutistico. Un lavoro camaleontico: un disco vero e proprio (56 minuti) o un EP (sono solo 5 le tracce)?
“Emily”, dedicato alla madre, “Sawdust & Diamonds”, dai toni bardici e medioevali con Parks alla fisarmonica, “ Only Skin”, il brano più epico e cinematografico dal finale straordinario e la conclusiva “Cosmia”, una confessional song, sono le cinque composizioni di “Ys” (titolo, per inciso già usato dai napoletani Il Balletto di Bronzo di Gianni Leone nel 1971, Polydor.). Beh, quale è stata lo vostra fiaba preferita, quale quella che da piccoli, vi raccontavano per farvi addormentare? Rileggetela e ascoltate questo disco, il resto verrà da se.
Autore: Ciro Calcagno