Ci sono due passi di Mahmud Darwish che amo particolarmente: ‘Il luogo non è semplicemente uno spazio, è uno stato mentale; né gli alberi sono solamente alberi, ma costole dell’infanzia …. – Perché hai lasciato il cavallo alla sua solitudine? – Perché dia vita alla casa, figliolo. Le case muoiono se parte chi le abita …‘ (tratto da “Perché hai lasciato il cavallo alla sua solitudine” – Edizioni San Marco dei Giustiniani, Genova 2001 ); ‘Una giovane soldatessa mi ha bloccato chiedendomi della mia bomba e della mia preghiera. Mi sono scusato dicendo: “Non combatto e non prego”. “Perché sei venuto a Gerusalemme allora?”. “Per passare tra la bomba e la preghiera, a destra macerie di guerra, a sinistra macerie di Dio, ma io non combatto e non prego.” “Cosa sei?”. “Un biglietto della lotteria tra la bomba e la preghiera.” “Cosa ci faresti? Cosa faresti se vincessi?”. “Comprerei un colore per gli occhi della mia ragazza”’ (tratto da “Una Trilogia Palestinese” – Universale Economica Feltrinelli 2017); il riferimento a Darwish e alla sua poetica (come vedremo) è quanto mai appropriato in relazione a “No Title as of 13 February 2024 28,340 Dead” dei Godspeed You! Black Emperor.
Ma andiamo per ordine.
Esistono realtà incorruttibili e immutabili, tanto salde da essere “inattaccabili” anche nella loro ferma apparente mobile staticità.
Così è per i Godspeed You! Black Emperor (Godspeed You Black Emperor!), da decenni portatori di un ideale incrollabile sospeso tra (o)scure “orchestrazioni”, vuoti psiche(delici) e aperture post-rock; un assurdo, un paradosso dei nostri tempi ma reale, vero, tangibile.
Un particolareggiato capitolo andrebbe, poi, aperto per tutti i progetti paralleli che orbitano e hanno orbitato attorno ai Godspeed You! Black Emperor e ai suoi membri; da menzionare sicuramente il progetto esteso (con le sue diverse “nomenclature”) A Silver Mt. Zion (sono particolarmente legato al brano “Sisters! Brothers! Small Boats of Fire Are Falling From the Sky” da “Born into Trouble as the Sparks Fly Upward” del 2001; da ricordare anche “He Has Left Us Alone but Shafts of Light Sometimes Grace the Corner of Our Rooms…” del 2000) e i Fly Pan Am (splendido l’omonimo del 1999 con la sua “L’espace au sol est redessiné par d’immenses panneaux bleus..” e “Sédatif en fréquences et sillons” del 2000).
Ebbene, come è stato per i lavori passati, anche oggi si rivela compiuto l’ulteriore splendido capitolo dei Godspeed You! Black Emperor “No Title as of 13 February 2024 28,340 Dead” (Constellation Records).
- Dal 1994 al 2000
Del 1994 (pubblicata liquida nel 2022) è l’autoproduzione “All lights fucked on the hairy amp drooling”, “collage” interessante quanto “grezzo”, “ruvido”, “sperimentale” e a tratti “noise”.
Nel 1997, a firma ancora Godspeed You Black Emperor!, quel capolavoro che porta il nome di “F♯ A♯ ∞” (perfetto sia in LP che in CD, precisazione necessaria data la loro consistente differenza di minutaggio e di “scaletta”), tra le massime espressioni della musica di fine millennio (e non solo) sin dalla superba apertura (in vinile) affidata a “The Dead Flag Blues (Intro)” dalla suite “Nervous, Sad, Poor…”, in cui si fondono folk, tensioni da musica classica, parlato e ipnotici sprofondi che si evolvono, nel corso della suite, in un crescendo puntellato di post-rock e visioni psichedeliche.
Nei solchi di “F♯ A♯ ∞”, del 1999 è l’EP “Slow Riot For New Zero Kanada”, composto dalla pregevole “Moya” e da “BBF3”.
Nel 2000 arriva la consacrazione con “Lift Your Skinny Fists Like Antennas To Heaven” in cui tutto assume ordine, forma e sostanza, per un disco ineccepibile, strutturato in quattro brani, di cui due di oltre venti minuti, uno di oltre ventitré minuti e uno di quasi diciannove minuti che scandiscono quattro momenti differenti: la granitica “Storm”, con i suoi crescendo e calando; “Static” con il suo ambient/noise screziato di elettronica in evoluzione fino alle tensioni degli archi e all’apertura “rock”; gli abissi della vorticosa “Sleep”; l’“opera” composita “Like Antennas To Heaven…”; “Lift Your Skinny Fists Like Antennas to Heaven” è probabilmente il loro miglior lavoro, anche se lo scrivente gli preferisce i precedenti “F♯ A♯ ∞” e “Slow Riot for New Zero Kanada” per la loro maggiore “istintività” ed “astrazione” (del valore di “No Title as of 13 February 2024 28,340 Dead” se ne parlerà successivamente).
- Dal 2000 al 2021
Ciò che avviene dopo, non muta gli equilibri ma fornisce solo conferme che viaggiano nel tempo, attraverso un quarto di secolo, conferme che sopravvivono limpide anche dopo la lunga pausa (che da disco a disco va dal 2002 al 2012 ma in sostanza è compresa tra il 2003 e il 2010), con la rassicurante certezza che i Godspeed You Black Emperor sono in fondo sempre gli stessi, indipendentemente se il ! stia nel mezzo o alla fine, anche quando si mostrano “apparentemente” statici o “apparentemente” mobili, uguali a se stessi ma sempre diversi.
Così, passando per “Yanqui U.X.O.” del 2002 (di pregio “Rockets Fall on Rocket Falls” e “motherfucker=redeemer”), per “‘Allelujah! Don’t Bend! Ascend!” del 2012 (con l’ottima, violenta e abrasiva “Mladic”, le tensioni di “Their Helicopters’ Sing”, il viaggio post-rock psichedelico di “We Drift Like Worried Fire”), per “Asunder, Sweet and Other Distress” del 2015 (con l’epica “Peasantry or ‘Light! Inside of Light!’” e la bella “Piss Crowns Are Trebled”), per “Luciferian Towers” del 2017 (ancora di livello “Undoing a Luciferian Towers”, “Bosses Hang” e la triste e poi epica “Anthem for No State”), per “G_d’s Pee at State’s End!” del 2021 (composto da due lunghe, enciclopediche, composite, e come sempre compiute, suite in cui spicca la marziale “Job’s Lament”, il psychedelic rock di “First Of The Last Glaciers” e ancora “Fire At Static Valley”, “”GOVERNMENT CAME” (9980.0kHz 3617.1kHz 4521.0 kHz)”), si è giunti all’ennesimo piccolo grande gioiello che è “No Title as of 13 February 2024 28,340 Dead”.
- “No Title as of 13 February 2024 28,340 Dead”
“No Title as of 13 February 2024 28,340 Dead” ha radici ben profonde e tragiche, poiché il “No Title…” si riferisce ai Palestinesi morti per mano di Israele tra il 7 ottobre 2023 e il 13 febbraio 2024 (come si apprende da fonti on line, per tutte https://en.wikipedia.org/wiki/No_Title_as_of_13_February_2024_28,340_Dead, consultato il 5 ottobre 2024, che a sua volta rimanda ad altra fonte); nelle note di copertina è scritto: “All of it recorded at thee mighty Hotelatango winter of bombs 2024”; ed ecco il perché del riferimento in apertura a Mahmud Darwish.
Prima di addentrarci nell’esplorazione sonora e concettuale di “No Title as of 13 February 2024 28,340 Dead”, si premette che la nostra recensione fa riferimento al doppio vinile che contiene, rispetto alle “edizioni” liquide, una lunga ulteriore traccia; a ciò va aggiunto che il vinile, nella parte esterna, non reca alcun titolo, e la scritta “No Title as of 13 February 2024 28,340 Dead” compare all’interno con lo 0 barrato.
Abbassata la puntina… un sibilo, un drone come sirena, distorsioni che fanno della melodia tristezza, poi più pacate visioni su rarefazioni di batteria e “Sun Is A Hole Sun Is Vapors” apre, nel migliore dei modi, il Side A del primo LP.
Con la pregevole “Babys In A Thundercloud” la tristezza si fa dolce inquietudine e diviene lancinante negli accennati arpeggi disturbati e ancora strali fino al crescendo post-rock e poi, a seguire, il precipitare degli archi e della chitarra e nuovamente il crescendo in un’epica narrazione apocalittica.
Girato il vinile, “Raindrops Cast In Lead” emerge con impeto da suoni minimali, prima del cambio di registro e dell’ingresso della voce per poi chiudere nuovamente in crescendo.
Il secondo LP è aperto dall’angosciante “Broken Spires at Dead Kapital” caratterizzata da “cupa” elettronica e dal suono di archi che, pari a un lamento, senza soluzione di continuità si conficcano come aghi in “Pale Spectator Takes Photographs” per una musica che vaga come fantasma tra fuochi fatui, diventa rito pagano e poi invocazione per il momento più alto di tutto il disco insieme a “Babys In A Thundercloud”.
“Grey Rubble – Green Shoots” è tanto claustrofobica quanto orchestrale (nella prima parte), perfetto impianto di musica classica su di uno stallo “rock” che si consuma nel mesto pianto finale.
La versione in vinile, come detto, ha inciso sul lato D un ulteriore brano di circa 13:00 minuti senza titolo che, come un vento freddo e glaciale, “tormenta” e imperversa tragico e stratifica portando in volto il nero segno del lutto.
Sul sito della Constellation Records (https://constellation-records.myshopify.com/products/cst183?shpxid=bc112c83-c351-4ee2-86a2-94ac46a8304b, consultato il 5 ottobre 2024) è riportato:
“THE PLAIN TRUTH==
we drifted through it, arguing.
every day a new war crime, every day a flower bloom.
we sat down together and wrote it in one room,
and then sat down in a different room, recording.
NO TITLE= what gestures make sense while tiny bodies fall; what context?; what broken melody?
and then a tally and a date to mark a point on the line, the negative process, the growing pile.
the sun setting above beds of ash
while we sat together, arguing.
the old world order barely pretended to care.
this new century will be crueler still.
war is coming.
don’t give up.
pick a side.
hang on.
love.
GY!BE”
Onore quindi ai Godspeed You! Black Emperor per la coerenza, l’impegno e l’eccezionale “musica” restituita sino ad oggi.
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