La quarta vita della più famosa band scozzese di tutti i tempi (dopo il folgorante esordio elettropunk new wave, lo splendore dell’epoca pop-rock anni ’80, la decadenza fra anni ’90 e 2000) prosegue gloriosamente anche nel 2019 e anzi trova il suo più grande trionfo nel festeggiare i 40 anni con un doppio appuntamento: Il 4 ottobre BMG ha pubblicato Live in the City of Angels, l’album che cattura i Simple Minds nella nuova veste rinata dal vivo nel loro tour più recente, attraverso 31 tappe in Nord America. E il 31 ottobre uscirà anche il monumentale greatest hits per celebrare appunto i 40 anni di carriera, da quel lontano 1979 che vede l’esordio con il mitico Life in a Day.
Che cosa sia accaduto ai Simple Minds dal 2014 ad oggi è ancora uno splendido mistero: resta il fatto che la band di Jim Kerr e Charlie Burchill, intorno alla quale in questi 40 anni ha ruotato gente come Mel Gaynor, Derek Forbes, Brian McGee, Malcom Foster, e che oggi ha in forza Andy Gillespie e Ged Grimes alle tastiere e al basso, ha segnato ogni anno dal 2014 a tappe serrate una rinascita che si consacra oggi con questo 40: The best of – 1979-2019 e il Live in the City of Angels che giustamente anche nel titolo e nella grafica di copertina ricorda quel leggendario Live in the City of Lights del 1987 che fu il loro primo album dal vivo e il segno di una svolta fra due epoche, a cavallo di due dei loro album più belli, Once Upon a Time e Street Fighting Years.
Se già nel 2012 c’era stato un annuncio di questa rinascita, con un tour e un cofanetto particolare, 5×5, che riportava al pubblico i 5 singoli dei primi cinque album, il salto di qualità si ha nel 2014 con Big Music, poi nel 2016 con il tour acustico orchestrale, da cui pure viene prodotto un disco stupendo, e poi il successo del disco Walk Between Worlds del 2018 (“Il miglior album della band degli ultimi decenni”, secondo album of the Week, Sunday Times).
I fan più sfegatati avrebbero potuto cogliere già in due dischi del primo decennio 2000, ovvero Graffiti Soul ma soprattutto Black and White i segni di una imminente rinascita, dopo il mediocre Good News from the Next World e i deludenti Neapolis, Cry e Neon Lights. In canzoni come Moscow Underground, Shadow and Light, Star will Lead the Way, ma soprattutto Stay Visible, Home, Black and White e Dolphins, già si sente il nuovo sound che si affaccia, potente, con Big Music. Perché la quarta e trionfale vita dei Simple Minds non si avvale di ritmi e musica già noti, non ritorna al loro periodo più glorioso, ovvero gli anni ’80 di Don’t You, Waterfront, Alive and Kicking, ma piuttosto filtra alcune di quelle melodie epiche con le cupe atmosfere elettroniche degli esordi, da Chelsea Girl a I Travel a Theme from Great Cities. Ed è da questa fusione che sono nati capolavori come Honest Town, Midnight Walking, Blindfolded, The Signal and the Noise, In Dreams, Sense of Discovery, fino a un nuovo modo di fare canzoni epiche come in Let the Day Begin o Barrowland Star o Magic o Walk Between Worlds.
Con questi autentici capolavori, Jim Kerr e Charlie Burchill, con Andy Gillespie, Ged Grimes e soprattutto il ritrovato Mel Gaynor, hanno provato a ri-conquistare l’America con il loro tour tra 2018 e 2019, da cui sono nate le incredibili 40 tracce (40 come le tracce del greatest hits, come gli anni di carriera) del disco live.
E come ai tempi di Live in the City of Lights, i Simple Minds sono stati accolti da un’eccitazione negli Stati Uniti che non avevano sperimentato da metà degli anni ’80, periodo in cui erano al culmine del loro successo.
All‘Orpheum Theatre di Los Angeles il 24 ottobre 2018 sono stati registrati 24 dei 40 brani del disco, mentre Glittering Prize è stato registrato presso The Fillmore, a Miami l’8 novembre 2018 e le tracce bonus, presenti solo nel CD deluxe, sono state registrate in vari sound check e prove.
E poi provano a ri-conquistare il mondo con 40: The best of 1979-2019, che sarà disponibile in una edizione deluxe 3CD, CD singolo, 2LP e Digitale con audio rimasterizzato agli Abbey Road Studios ed un artwork disegnato da Stuart Crouch, con gli iconici simboli di Malcolm Garrett, che rappresentano tutti i loro 40 anni di carriera, e con un nuovo inedito, For One Night Only,
In 40 canzoni si trova l’intera carriera dei Simple Minds: nel best of si riescono a recuperare anche pezzi bellissimi ma ingiustamente dimenticati del loro periodo dark-elettro-post punk, come Celebrate, I Travel, Life in a Day, Changeling, mentre nel live si si può trovare l’ennesima epica esecuzione di pezzi mitici, che chiunque conosce, come Once Upon a Time, Glittering Prize, Don’t You, New Gold Dream, Waterfront, Alive and Kicking, Sanctify Yourself, Love Song, The American, See the Lights, Let there be Love, e rimanere estasiati da come, 30 anni dopo, la voce di Jim Kerr ti trascini ancora a cantare i cori o i ritornelli indimenticabili di quelle canzoni.
Ma la vera preziosità del live sta nelle esecuzioni live, tutto sommato rare in 40 anni di carriera, di canzoni che i veri appassionati soltanto sanno riconoscere, ma che chiunque apprezzerà: Stand By Love, da uno dei loro album più sfortunati, Real Life, oppure Hypnotised e She’s the River, dal troppo sottovalutato Good News from the Next World, ma anche Promised You a Miracle, Up On The Catwalk, Someone Somewhere in Summertime, All the things She Said, che sono pezzi meno storici di album leggendari.
Ma il bello di questo live è che si può godere anche di canzoni davvero rare, grazie alla sezione di bonus tracks, come Book of Brilliant Things, che non si sentiva da 32 anni, o Hunter and the Hunted, Theme of Great Cities (da un disco troppo trascurato che è Sons and Fascination), Big Sleep, pezzi preistorici come Celebrate e I Travel, ma anche le canzoni nuove e bellissime come Midnight Walking, Blindfolded, Barrowland Star, e la emozionante Dolphins, tutta da riscoprire. Riescono ad esserci anche le cover, come The Cross di Prince, Dirty Old Town, una traditional folk irlandese, e Let the Day Begin, portata a trionfo nel disco Big Music.
Davvero in questo doppio appuntamento discografico c’è tutta la storia dei Simple Minds: e in più, c’è la loro trascinante forza live, la capacità che hanno di reinventarsi con una band da dieci persone che sembra un’orchestra (basta sentire cori e controcanti femminili che si inseguono e gareggiano con la voce di Kerr in Walk Between Worlds).
Se pensate che sia un’operazione nostalgia, siete lontanissimi dalla realtà: Live in the City of Angels sorprende per vivacità e freschezza, mentre emoziona anche solo il rivedere quella copertina del 1987 che tutti i fan dei Simple Minds conoscono. E che ora la band del 2019 fa rivivere, riportandola ai fasti di un tempo che fu ma che è ancora. E c’è da giurare che le Menti Semplici non si fermeranno qui.
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autore: Francesco Postiglione
TRACKLIST
1. The Signal And The Noise
2. Waterfront
3. Love Song
4. Let There Be Love
5. Up On The Catwalk
6. Sense Of Discovery
7. Glittering Prize
8. Promised You A Miracle
9. The American
10. Hunter And The Hunted
11. Stand By Love
12. Dirty Old Town (Written by Ewan MacColl)
13. Themes For Great Cities
14. She’s A River
15. Walk Between Worlds
16. Hypnotised
17. Someone Somewhere In Summertime
18. See The Lights
19. All The Things She Said
20. Dolphins
21. Don’t You (Forget About Me)
22. New Gold Dream (81-82-83-84)
23. Once Upon A Time
24. Alive And Kicking
25. Sanctify Yourself
BONUS TRACKS
1. Book Of Brilliant Things
2. Let The Day Begin
3. Honest Town
4. Midnight Walking
5. Barrowland Star
6. Big Music
7. Blindfolded
8. Celebrate
9. In Dreams
10. I Travel
11. Speed Your Love To Me
12. Stars Will Lead The Way
13. Summer
14. The Cross (Written by Prince)
15. Big Sleep