I Gerda sono un quartetto di Jesi (An), insieme da ben otto anni, due di loro addirittura nel 1997 frequentavano le medie. Hanno recentemente pubblicato il loro esordio discografico, omonimo, uscito per tre etichette, consorziate per l’occasione: la Wallace, la Shove e la Donna Bavosa di Milano e prodotto da Fabio Magistrali. La band marchigiana si esprime con un hardcore molto vicino a quello della new school dei Breach, cui sono esplicitamente devoti. A differenza della maggior parte dei gruppi del loro genere, nonostante siano cresciuti sia politicamente, che artisticamente nel centro sociale autogestito Tnt di Jesi, i loro testi non sono di denuncia sociale, ma orientati all’introspezione. Alessio Compagnucci, fresco di laurea in filosofia, bassista (anche dei Sedia) e co-autore dei brani, insieme al cantante Alessandro Turco (la formazione è completata da Roberto Villotta alla chitarra e da Andrea Pasquini alla batteria) si è reso disponibile per una piacevole chiacchierata.
Come vi siete conosciuti?
Ci siamo conosciuti ad un concerto dei Peter Punk, non quelli del nord, ma un’omonima band della Vallesina, nella quale militavano il fratello di Roberto ed un cugino di Andrea. Una volta scoperta la comune passione per certi gruppi rock abbiamo deciso di fondare la band, allora Andrea e Alessandro andavano ancora alle medie.
Cosa ascoltavate allora?
Roberto i Deus e i Pavement, io i Sex Pistols e quella che allora era la nuova ondata punk, vale a dire Green Day, Offspring, ecc, mentre Alessandro ed Andrea erano patiti per lo skate-punk dei Vandals. Le band che ci folgorarono e che ci accomunarono furono i Korn ed i Rage Against The Machine. In seguito i nostri ascolti si sono evoluti ed appesantiti, dato che abbiamo cominciato ad appassionarci ai Neurosis, ai Breach ed ai Converge da un lato e dall’altro a Jesus Lizard, Shellac e Laddio Bolocko. In pratica abbiamo sempre cercato la nostra strada partendo dagli ascolti, fino a giungere a quello che siamo adesso.
All’inizio vi chiamavate Crapsnots, perché avete deciso di cambiare nome?
Quando ci chiamavamo Crapsnots eravamo un gruppo con un suono senza identità, senza un’idea di fondo, quando, invece, ci siamo resi conto che c’era stato un cambiamento abbiamo deciso di cambiare anche il nome. Gerda era un nome che ci frullava nella testa, viene citato dal personaggio di Bruce Willis in “Pulp fiction”, era un nome idiota, da cazzeggio per noi, in seguito ne abbiamo trovato il risvolto acido, anche perché è il nome del personaggio de “L’uomo senza qualità” di Musil.
Quale è stato il percorso che vi ha permesso di raggiungere la vostra identità?
E’ venuta alla cieca, buttando là le nostre sensazioni, l’energia si coagulava intorno ad un’idea, senza programmare nulla, anche ad un sentimento o ad un’emozione come al stessa incazzatura.
Nei vostri brani si respira aria di frustrazione…
SI, i pezzi sono una risposta e allo stesso tempo una cura alla frustrazione, i nostri brani sono reattivi, ma anche propositivi, non sono un lamento. Dal nostro punto di vista con la musica vogliamo essere catartici e comunicare verso l’esterno ciò che è difficilmente individuabile proprio all’esterno. Ritengo che attraverso ciò che suoniamo si possa aprire una breccia in chi ci ascolta. Il nostro è un hardcore introspettivo, ma l’introspezione per noi non è chiusura, c’è al contrario il tentativo di entrare in comunicazione sia tra noi, sia con l’esterno, è un cortocircuito, una folgorazione.
Quanto vi sentite legati ai Breach?
I Breach ci hanno lasciato un linguaggio e da loro abbiamo appreso molto, è stato come un imprinting e da lì poi siamo andati avanti per conto nostro. Non è che rifacciamo le cose che ascoltiamo, ma prendiamo degli spunti e poi procediamo per la nostra strada.
La vostra musica non è di facile impatto, siete piuttosto ostici…
Si, il nostro intento non è la gratificazione dell’ascoltatore, ma il raggiungimento di uno stato di coscienza diverso da quello comune, dalla fuga dalla realtà quotidiana, dal modo di vedere la realtà in modo ordinario. Nel rock, in fondo c’è del misticismo, ma allo stesso tempo produce energia. Il rock ha un enorme potenziale e la sua energia la può trasformare in energia umana.
Cosa c’è nel futuro dei Gerda?
Faremo qualche altra data, anche se non c’è ancora nulla di definito e stiamo preparando i nuovi pezzi, tra cui una cover dei Breach, tanto per quadrare il cerchio.
Autore: Vittorio Lannutti
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