Era prevedibile che, in questo periodo di irrefrenabile revival del p-funk, di esplosione della dance-punk e di recupero filologico delle mille meraviglie del sottobosco post-punk e new (o “no-”) wave di fine ’70-inizio ’80, si rifacessero avanti gli antesesignani di un certo modo di intendere il rock, a rivendicare la paternità su un genere-non genere oggi tanto cool. Dopo la riesumazione da parte di James Chance dei suoi Contortions e il (probabilmente evitabile) ritorno dei Gang Of Four, ci ritroviamo a parlare di un’altra figura-chiave dell’epoca: Mr. Mark Stewart, l’ex ragazzino terribile di Bristol che a 17 anni si ritrovò ad essere il leader dei Pop Group, una delle band più radicali e influenti che la storia del rock underground ricordi, per poi avventurarsi – finita la breve esperienza col gruppo, in lavori capaci di anticipare (grazie anche alla collaborazione con Adrian Sherwood) quello che in seguito verrà definito il “Bristol-sound”, e lanciarsi in territori proto-hip hop, accompagnandosi con personaggi quali Grandmaster Flash, Afrika Bambaata e Sugarhill Gang.
“Kiss the future” è una raccolta – curata da Stewart stesso – di brani pescati dalla fortunata carriera di Stewart, comprendente alcuni micidiali esempi del punk-funk degenerato ed esplosivo dei Pop Group (“Beyond good and evil”, “We are all prostitutes”, “We are time”), un paio di episodi della carriera solista del nostro (tra cui la versione inedita di “Dream Kitchen”), e alcuni tra i più felici momenti degli esperimenti portati avanti col progetto The Maffia: l’electro-funk di “Radio Freedom”, il dub allucinato di “Jerusalem” e di “High Ideals and crazy dreams”…
Una raccolta tanto evitabile per chi è fan della musica del nostro, quanto imperdibile per tutti coloro che vogliano avvicinarsi per la prima volta all’arte di uno dei più eclettici musicisti degli ultimi decenni.
Autore: Daniele Lama