Great Big Nothing (Dirty Hit) di Olivia O. si inserisce nel solco del cantautorato indie al femminile che ha visto il suo apice negli anni novanta con Lisa Germano, nella sua codificazione di un nuovo linguaggio lirico e musicale.
L’EP si compone di sei brani, per sedici minuti di variegati acquerelli in cui Olivia O. riesce con abilità da equilibrista a restare in bilico tra la matrice pop e la più sghemba e destrutturata composizione.
Anche i momenti apparentemente più delicati come “All I Want” o intimi di “Cocon – Version One” precipitano in un vortice ora claustrofobico e spigoloso di scomposizione, ora da baccanale orgiastico, mentre l’altalenante scissione tra assonanza e dissonanza di “Butchers Row” tempera il gusto per la sperimentazione con l’obnubilata melodia.
Un perfetto disco di genere, quindi, che se fosse stato dato alle stampe decenni addietro, avrebbe trovato la sua esatta collocazione. Un lavoro nato per caso durante un suo soggiorno nel Regno Unito senza la sua band Lowertown.
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autore: Marco Sica