Con il nome di Kim Novak – la bella attrice americana che assieme a Marilyn Monroe faceva sognare gli uomini negli anni 50-60 – questo giovane quartetto francese che canta in lingua inglese esordisce per la Talitres rec. di Bordeaux con un disco di buon valore che, seppure un po’ in ritardo sulla ‘nuova onda di risucchio’ della new wave, che c’ha preso di spalle in questo squarcio di inizio millenio, dicono la loro con struggente e oscuro romanticismo. Dediti infatti proprio ai toni scuri – adatta, in proposito, la copertina del disco – nonchè ai ritmi tesi e ai testi pessimisti, come in ‘Lost at Play’, i KN danno il meglio quando riescono a far salire la tensione dell’ascolto, ed in ciò li accomunerei agli Interpol, tra i contemporanei, tanto per non scomodare a tutti i costi i soliti nomi di Cure e Joy Division. Poco incisive, al contrario, le due sgonfie ballate acustiche. Decisamente europei, ad ogni modo, i Kim Novak, di area britannica malgrado francesi di nazionalità, come detto. Sul finale, con ‘Some Photographs’ – assolutamente in pieno stile Bad Seeds – e con ‘Crash’ vanno a segno convincendoci pienamente, così come con ‘Better Run’ e ‘Swallow’, in apertura: quest’ultima canzone, in particolare, riporta in vita uno stralcio tra i più belli del rock: la pazza euforia dei primissimi Cure di Robert Smith, quelli di ‘Boys don’t Cry’ e ‘Jumping on Someone else’s Train’. Le chitarre affilate ed il basso in bella mostra – in pieno stile wave, ovviamente – fanno dunque la loro parte in maniera formalmente ineccepibile, e c’è di più, perchè seppur poco dotati di personalità complice la giovane età, i KN non sono semplice revival. Forse un maggiore uso dell’elettronica, in stile Editors, potrebbe consentire loro la definitiva consacrazione. Entro la fine del 2007 non sono previste, al momento, date live al di fuori della Francia.
Autore: Fausto Turi