E’ una gioia per il cuore e l’udito (ri)sentire il “reverendo” (no, non sto parlando di quella mezza sega di Marylin Manson…) Al Green impegnare la sua inimitabile ugola in dodici composizioni nuove di zecca. Già il penultimo album “I Can’t Stop”(anno di gloria 2003) aveva riportato l’uomo di Forest City verso i territori del soul come non avveniva da tempo. Difatti, mentre in gioventù il nostro era diventato uno dei massimi esponenti di questo genere musicale, dalla metà degli anni ’70 in poi, egli si era dedicato esclusivamente al gospel ed al suo ruolo di predicatore per la congrega “Full Gospel Tabernacle” da lui stesso fondata a Memphis. Meno male che il buon Dio (per chi ci crede, ovviamente…) ha ricondotto anche la sua “anima” al posto giusto. Perché privarsi di una sana pomiciata con sottofondo la superba interpretazione di un classico come “You Are So Beautiful” potrebbe risultare un’esperienza indimenticabile per chi ne abbia la possibilità. Al pari di “Build Me Up”, un brano capace di illudere qualsiasi persona sul fatto che Marvin Gaye sia ancora tra noi. E se ci sarà chi non si illanguidirà almeno un po’, quando “Perfect To Me” o “Real Love” faranno la loro comparsa dalle casse dello stereo, beh, a quel punto, avremo finalmente la certezza che i marziani sono scesi sulla terra. Per carità, nulla da obbiettare riguardo la forte sensazione di déjà vu che l’ascolto di un simile disco comporta. Solo che al falsetto di Al Green si può perdonare questo ed altro…. Ok? O meglio, “Everything’s Ok”? Yeah!!!
Autore: LucaMauro Assante