Il nuovo disco dei Central Unit prende spunto dal progetto di sonorizzazione di un cortometraggio di animazione di Marco Bolognesi, ed attraverso le sue 9 tracce quasi tutte strumentali ci conduce in un fumettistico, chiaroscurale ed immaginifico futuro, in cui elettronica e strumenti acustici s’incontrano tracciando paesaggi di densità orchestrale e scrittura raffinata, relativamente schematica, tra progressive crimsoniano ed el&p, psichedelia squadrata e marziale dalle parti del Roger Waters solista, accenni sperimentali sempre misurati e funzionali al testo musicale, suggestive e acide visioni tra Tuxedomoon e Psychedelic Furs riallacciate al passato remoto dei Central Unit, che ricordiamo erano già attivi nella prima incarnazione a Bologna all’inizio degli anni 80 nella pionieristica scena no wave e synth pop italiana, per poi sciogliersi e riformarsi negli anni zero operando da allora con continuità e realizzando altri cinque dischi.
Sax e flauto di Alberto Pietropoli, ed il violino di Isabella Bui, si muovono spesso solisti tracciando melodie molto efficaci dalle quali talvolta traspaiono persino accenni world music, mentre le tastiere di Riccardo Lolli, autore di buona parte delle musiche, conferiscono un decisivo tono anarchico, ed una tensione emotiva decisiva.
I suoni retrò e le atmosfere grandiose sono molto omogenee ed i brani sembrano così collegati in un unico flusso musicale coerente, mentre appare chiaro che la sonorizzazione delle immagini è una vocazione importante per i Central Unit, da valorizzare, che permette al gruppo di esprimere visioni libere, sia pure partendo da un input stimolante, per un disco che mostra grande vitalità, curiosamente sospeso tra progetto filosofico, mentale – che ragiona sul futuro, sul destino dell’uomo, sul rapporto tra umanità e sua assenza – e musica fisica, materiale, poichè Parallelism è molto ritmico, misurato, denso di trame che ubriacano di musica.
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autore: Fausto Turi