Con questo secondo lavoro il cantautore canadese ha cambiato verso, aprendosi a differenza di quanto ha fatto nel suo primo disco, molto intimo. James Irwin si esprime in “Unreal” con un pop evocativo che affonda le sue radici negli anni ’80. Tuttavia, si tratta di un pop ben costruito con momenti intensi, ballate e qualche momento ben ritmato, dato che si muove lungo un tragitto che va dagli Spiritualized a Bill Callahan. Seppure soffuso, infatti, il funky di “Face value” è accattivante, come i momenti aggraziati di “Walls around nothing”, in cui Irwin gioca ad intrecciare sonorità acustiche ed elettroniche. Unica pecca di questo disco sono i momenti eccessivamente mielosi della valzerina “Did your hear who shot Sam”.
autore: Vittorio Lannutti