I Friendly Fires, gruppo inglese ormai sulla cresta dell’onda elettro-dance da qualche anno, avevano in mente da tempo un album di remix e così dopo la ristampa del loro omonimo album d’esordio, e una tournèe di due anni che non li ha visti però toccare l’Italia, finalmente si sono dedicati al loro più grande sogno, cioè la compilation di remix per la famossa collana Bugged Out.
Nonostante non ci abbia esaltato abbiamo deciso di intervistarli, più come promettenti esponenti del nuovo indie rock d’oltremanica.
Ragazzi avete appena realizzato questa “Bugged Out Compilation”, che comprende molti brani anni ’80, ’90 e alcuni brani moderni remixati. Una sorta di miscela di grande musica. Come è nata? Vi siete divertiti?
Sì ci siamo divertiti moltissimo. Abbiamo voluto mettere insieme alcuni decenni e generi di musica dancefloor, e abbiamo voluto che venisse fuori qualcosa di molto coinvolgente da ascoltare. È un grande mix di generi e stati d’animo, da quelli più forti a quelli più riflessivi.
C’è un gruppo particolare o un musicista che ha ispirato il sound dei Friendly Fires?
Ce ne sono molti. Direi Michael Jackson e Prince per il lato più pop della nostra musica. Carl Craig, Michael Mayer, Superpitcher, e gruppi come i My Bloody Valentine e Boards of Canada sono sicuramente un punto di partenza.
Ho letto che vi piace molto fare i DJ. Siete mai stati costretti a scegliere tra la riproduzione di un concerto in un luogo molto speciale e un djset per una grande manifestazione?
Questo non è mai stato veramente un problema. Al nostro grande spettacolo al Coronet siamo riusciti a fare entrambe le cose. Però per noi è sempre molto speciale suonare le nostre canzoni.
“Friendly Fires” ha avuto un grande successo. Come avete reagito a questo successo improvviso?
Con grande sorpresa e piacere. È stato difficile riuscire a capire quanto bene l’album avesse fatto prima di shows grandi come quello di Glastonbury, è stato nominato al Mercury Prize, e il tour è andato avanti per moltissimo tempo quindi sì, è stato un piacere. La pressione che segue al successo poi è uno stimolo per noi che speriamo ci sia sempre.
Vi ho visti una volta in tour allo Shockwaves NME del 2009, con voi c’erano Florence and the Machine, White Lies e Glasvegas. Quel concerto a Cambridge è stato fantastico. Come è stata quell’esperienza?
È stato un bellissimo tour. Suonare in un posto come la Brixton Academy e vederla piena è stato fantastico. Siamo rimasti amici con tutte le band che hanno partecipato con noi a quel tour, e ci resta un ricordo molto felice.
Nelle vostre performance c’è un elemento di danza che personalmente ho trovato sorprendente. È tutto improvvisato o vi preparate o meglio, Ed si prepara?
Questo dovresti chiederlo a lui. Da quello che sappiamo non ha mai preso una lezione. Però non escludiamo alcune lezioni private di fronte allo specchio.
Come è il vostro rapporto con i fan?
Diccelo tu!
Un tour è difficile ma è anche un’esperienza piacevole. Avete intenzione di tornare presto sul palco?
Assolutamente! Una volta che il nuovo album sarà pronto saremo pronti per ripartire.
Anche se avete moltissimi fan in Italia qui non abbiamo spesso la possibilità di poter assistere ad un vostro concerto. Avremo presto questa possibilità?
Aspettiamo un’offerta. Abbiamo suonato a Milano come supporto ai Muse a San Siro ed è stata un’esperienza incredibile. Siamo stati piacevolmente sorpresi di vedere delle persone che conoscevano le nostre canzoni in mezzo al pubblico, quindi sì, speriamo di poter tornare in Italia il più presto possibile.
Autore: Melissa Velotti thanx to Grazia De Micco per la traduzione
www.wearefriendlyfires.com