Dopo un buon disco d’esrdio, “Tied”, pubblicato nel 2021, il trio torinese dei Linda Collins composto da Alberto Garbero, Vincenzo Morreale e Massimiliano Esposito, continua a mantenere vitale l’idea di aprirsi alle collaborazioni per diventare sempre più un collettivo senza limiti che non siano quelli della condivisione di una precisa sensibilità musicale. Per questo secondo lavoro hanno scelto di collaborare ancora con Jackeyed (Federico Babbo, indispensabile voce e co-producer), cui si sono aggiunti Neverwhere (Michele Sarda, che viene da progetti come The Wends, Swörn e New Adventures in Lo-Fi), Benedetta Sotgiu, che incide notevolmente in termini di scrittura e arrangiamenti. Confermata inoltre la presenza del poliedrico Ramon Moro alla tromba. Tutti coinvolti sia in fase di scrittura che di arrangiamento dei brani presenti in “Choices” edito anche questo come il precedente, dalla Urtovox.
Il risultato sono dieci canzoni di pregevole fattura che si muovono in un mondo di cantautorato intimo che ha precisi riferimenti nei dischi di artisti che vanno dai Piano Magic a Bon Iver, Mark Linkous/Sparklehorse a Iron & Wine per finire ai Notwist.
Sin dall’ascolto del primo brano in scaletta, “Sunbeams”, ci si accorge di come le citate influenze restino ai margini di una scrittura molto personale. Spicca subito la voce della Sotgiu che accarezza l’ascolto veleggiando sulla delicata armonia del brano.
L’alternarsi nel ruolo di vocalist principale con Jackeyed è uno dei punti di forza del disco che elimina il pericolo che le canzoni possano risultare un po’ monocorde, visto il mood riflessivo della musica che accompagna canzoni che parlano di solitudine, debolezze, cadute e risalite, sempre alla ricerca di un domani che sia meno buio del presente.
In questo senso è molto esplicativo il brano “Second Life” in cui si riflette sulle scelte che compiamo giorno dopo giorno e che vanno ben ponderate per non ritrovarsi nella condizione di cercare una seconda opportunità che non è detto che si ripresenti.
Per questo la title track “Choices” diventa brano manifesto di questa attenzione che bisogna fare su se stessi in ogni momento, che sia di cambiamento o di proseguimento su di una strada già tracciata.
Dal punto di vista musicale l’album è un crogiuolo di melodie sussurrate in cui le chitarre vengono sapientemente arpeggiate ed i ritmi a volte veleggiano in ambienti trip-hop (“Kingdom”) e altre volte accelerano quel tanto che basta per raggiungere quel suono microelettronico nobilitato dai Notwist (“All my World is around you”). Ci sono poche incursioni nei territori alt-folk (“A Promise”), ma anche canzoni come “Weapons” e “Black Roses” in cui l’alternarsi delle voci prospettano un interessante sviluppo futuro.
“Choices” dei Linda Collins è un disco suonato e registrato benissimo, un disco “poco” italiano e per questo ennesima conferma di quanto andiamo ripetendo da tempo e cioè che il cosiddetto underground della musica di casa nostra, continui a mostrare segni vitali di ampio respiro internazionale.
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