Rarefazioni, “aspirazioni”, tensioni e respiri della natura; in un ossimoro concettuale le astrazioni si incarnano e diventano psichiche, materiali. Questo è il detto e il non detto dell’ultimo lavoro discografico dei Modern Nature “No Fixed Point In Space” (Bella Union) che, nel bene e nel male, conferma i tanti pregi e i pochissimi difetti del “progetto” di Jack Cooper: “With this record,” spiega Cooper (dal sito ufficiale Bella Union), “I wanted the music to reflect nature: beginnings and endings, arrivals and departures, process and chance. I wanted the music and the words to feel like roots, branches, mycelium, the intricacies of a dawn chorus, neurons firing, the unknown.”
E come per Aristotele la natura è la sostanza di ciò che ha principio di movimento in sé, così la natura “cantata” in “No Fixed Point In Space” si nutre del suo proprio esistere e, con un “panismo” totalizzante, l’intero disco si mostra come “unicum”.
Un “piglio” tra l’austero e lo splenetico si avverte sin dal brano di apertura “Tonic”, che porta alla mente dell’ascoltatore piacevoli reminiscenze post rock di fine/inizio millennio; la batteria narrativa più che ritmica, le equilibrate e sempre moderate “orchestrazioni” e la chitarra “libera” incontrano perfettamente una voce in bilico tra il cantato e il parlato.
Questa matrice si ripete sostanzialmente per l’intero lavoro, con variazioni nella forma che non vanno mai a mutare la sostanza (anche quando la batteria diviene “martellante” come in “Murmuration”, in “Cascade” o in “Sun”, o gli arrangiamenti lasciano maggior spazio agli archi…).
Seppur abitante nelle astrazioni, è poi forte il reciproco legame didascalico tra il “suonato”, il “detto” e quel perennemente piacevole senso di sospensione e di non risoluzione che imprime una claustrofobica attesa di nascita e fioritura che si manifesta anche nei momenti in cui sembrerebbe trovare il tutto una luce di apertura, come nell’ossessivo “Cascade” o nell’invocata e dolce “Murmuration”.
“Tapestry”, caratterizzata dagli archi in primo piano, volge lo sguardo agli Storm & Stress e a quel capolavoro che è “Under Thunder and Fluorescent Lights” … richiamo che si sublima nel brano di chiusura “Esnō” che si distingue anche per un maggior “senso” del cantato a doppia voce.
Il percorso sino ad ora condotto dai Modern Nature è stato indubbiamente un’evoluzione all’insegna di un’acquisizione di progressiva maturità che, dal più “piazzato” “How To Live” del 2019, è giunto con un’espressività priva di compromessi a “No Fixed Point In Space”.
https://modernnature.bandcamp.com/album/no-fixed-point-in-space
https://modernnature.band/
https://www.facebook.com/modernnatureuk/
https://www.instagram.com/m0dernnature