Una spietata, insopportabile e per questo inimitabile Maryl Streep nei panni di Miranda Priestly, celebre direttrice della rivista di moda Runaway, è uno dei motivi che dovrebbero indurre a vedere l’ultima pellicola di Frankel.
Il film tratto dal romanzo di Louren Weisberger è il ritratto della vita di Anna Wintour, alla direzione della nota rivista Vogue America e da anni in classifica nella graduatoria dei boss più sofisticati ed insopportabili. Andrea si è da poco laureata e sogna di scrivere per un grande quotidiano, ma finisce inconsapevolmente nelle grinfie del suo capo nel momento in cui, pur di raggiungere il proprio obbiettivo, accetta di farle da assistente.
Imparerà attraverso una lunga gavetta fatta di umiliazioni e sfruttamento allo stato puro, a soddisfare le richieste e i capricci del “diavolo”, a vestire alla moda per conformarsi al personale della redazione, a subire i rimproveri di una donna tutta carriera, per la quale gli affetti contano veramente poco. Mrs. Priestly è infatti molto esigente, quasi crudele. Adora perseguitare le sue adepte, che per divenire tali devono assecondarla in tutto: riporre al posto la pelliccia da lei scaraventata impietosamente ovunque, portare il caffè all’ora prestabilita (non un minuto di più), mettere da parte ogni tipo di ambizione. Per non parlare dei requisiti indispensabili per lavorare al giornale. Una bellezza quasi anoressica distingue tutte le ragazze, che indossano esclusivamente capi firmati. Andrea trascorrerà un anno d’inferno, ritrovandosi a rispondere al telefono anche nel cuore della notte e a perdere la semplicità che inizialmente la rendeva diversa dalle altre. La comicità è sottile, sembra più sarcasmo a volte, ma così originale da non permettere allo spettatore di staccare gli occhi dallo schermo.
Autore: Valentina Barretta