Alaska come punto di riferimento, di non ritorno, luogo non luogo, identità fredda e calda a secondo di come si pone l’asse efficace dell’incredibile. Alaska è il nuovo lavoro discografico degli umbri Fast Animals And Slow Kid, un ritrovato regalo per gli adoratori di una musica rock perfettamente integrata con il cervello e con la parola immaginaria, in grado di enfatizzare, distorcere ed esplodere in ogni istante.
Il quartetto perugino – con questo terzo disco – si conferma definitivamente come band di riferimento dell’underground “bombasticamente colto”, molto più allargato e pronto per il main thing da grandi masse, qui c’è sostanza poetica e potenza percussiva, parole e distorsori all’unisono per dare visioni e ritmo ad una dolce selvaggia esuberanza amplificata, ad una claustrofobica e amorevole ritualità rock di ottima fattura, specialmente nelle stesure liriche.
Dieci tracce che fanno arrembaggio eccellente per cuore e anima Il mare davanti, un velocità espressiva che urla Te lo prometto, si sgola Odio suonare, accarezza e rilascia melodie amperiche temporanee Come reagire al presente; disco con una propensione incredibilmente libera a non rimanere mai prigioniero di un ring stilistico precostituito, una non conformità sonica che fa eccellenza dannata e diabolico contrasto che ci sentiamo di consigliare a chiunque voglia “sprofondare” in un limbo di piacere distorto e scatenato come non mai.
Ogni disco che si rispetti ha il suo diamantino incastonato tra lampi di chitarre e lumi di coscienza, e il battito looner de Il vincente ne assume tutto il valore nudo, la malinconia di una gemma messa a saracinesca di un album da brivido che in pochi giri rapina lo spirito fino al midollo.
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autore: Max Sannella