L’8 luglio i primi a salire sul palco sono gli altri due vincitori di Destinazione Neapolis: i romani BLUEPRINT, che accarezzano l’aria con soffusi intrecci strumentali, e INIGO, con le sue (apparentemente) spensierate composizioni pop-rock, perfettamente in sintonia con il bisogno di freschezza dei primi spettatori arrivati nonostante il caldo asfissiante. A dir poco brillante, a seguire, l’esibizione dei MARTA SUI TUBI, che ricevono infatti calorosi applausi (e sguardi perplessi). La loro formula di cantautorato schizoide non lascia indifferenti, ed è un piacere rincorrere i testi – intelligenti, taglienti – che si incastrano tra accordi di chitarra acustica frenetici e samples assortiti. Il pubblico cresce – in quantità e in partecipazione – a vista d’occhio, e i ONE DIMENSIONAL MAN ci mettono pochissimo a ripagarlo, con un set adrenalinico. Il power trio conferma il suo status di migliore live rock band italiana, e le ovazioni del pubblico, che li richiamano più volte sul palco, lo dimostrano.
Intanto sul palco principale suonano gli AIR, che in realtà convincono solo a metà, con una performance troppo distaccata ed “asettica”. I vecchi successi (si, si sempre quelli…) sono stati accolti con dei veri e propri boati ma, mentre parecchia gente si aspettava di ballare e di muoversi, molto spesso le chitarre (acustiche e non) e tutta una serie di strumenti analogici, a partire dai synth, hanno dato ai brani un volto retrò ed elegante, ma nella maggior parte dei casi con un sound troppo “pulito” e “perfettino”. Poche vere chicche da ricordare; troppo elettronici per alcuni, troppo rock per altri. Da segnalare, comunque, un finale incandescente con un’interminabile e lodevole “Femme d’argent”.
Scommessa vinta invece per DAVID BYRNE, il cui concerto è stato molto più dinamico di quello dei francesi di cui sopra. La testa delle “teste parlanti”, ha alternato vecchi, vecchissimi e nuovi successi. Splendidi, spensierati e raggianti i pezzi-Talking Heads, riflessivi, fitti e intriganti quelli Byrne-solo. Alcune inaspettate perline: mi viene da citare “I Zimbra” e “Life during the wartime” da “Fear of music” (1979), puntualissime invece “Lazy” e “Like Human do”, scontata ma lo stesso prodigiosa “Psycho Killer”. Il punto di commozione più alto è raggiunto col primo bis: assistere ad una celestiale “Heaven”, voce e chitarra, capita solamente “Once in a lifetime”…
Ma la serata dell’8 luglio ha in programma un gran finale. Di nuovo sul palco all’esterno dell’arena, davanti ad un pubblico letteralmente rapito, sono di scena gli ARAB STRAP.
La band scozzese, concentrata (e basta con questo luogo comune che li vuole un band di alcolizzati!) nonostante il caldo per loro a dir poco inusuale, inizia con una travolgente “Fucking little bastards”, con la chitarra distorta di Malcom Middleton a scontrarsi con gli archi, e la voce di Aidan Moffat che ipnotizza, e regala brividi lungo la schiena. Le loro canzoni, dalla struttura così “essenziale” e povera su disco, dal vivo si arricchiscono di arrangiamenti ricchi e vibrazioni rock, pur mantenendo intatta la sublime malinconia e la dimensione fortemente “personale” che le caratterizza. Da ricordare una “New birds” commovente, una “The shy retirer” trascinante, e una serie infinita di emozioni indescrivibili.
Da segnalare, ad intervalli irregolari tra un gruppo e l’altro del secondo palco, le performance della AFTER FOUR: band/installazione vivente nata dall’idea di un gruppo di studentesse dell’Accademia delle Belle Arti di Napoli. Cover dei Velvet Underground suonate sotto un pallone che si gonfia su di un piccolo palco illuminato da neon. Pubblico entusiasta e notevole presenza scenica.
Il giorno dopo, allo stadio S. Paolo, gran finale con il mega-super concerto di Vasco Rossi. Di cui avrete letto/visto/sentito sicuramente altrove, e su cui non mi sembra il caso soffermarsi.
Così come non mi sembra giusto soffermarsi (dato il nostro coinvolgimento diretto) in giudizi di valore sulla scelta delle band, l’organizzazione etc…
foto thanx Sonorika.com
Autore: Daniele Lama + LucaMauro Assante, Luigi Ferrara