Ancora sulla strada e sempre sul pezzo John Mellencamp realizza il suo ventiquattresimo lavoro in studio, affiancato in tre brani da Bruce Springsteen. I due si sono sempre molto stimati reciprocamente, ma si sono frequentati pochissimo, fortuna che in occasione dell’evento benefico “Rainforest”, organizzato da Sting a New York, si sono incontrati e hanno suonato insieme “Pink Houses” e “Glory Days”. Da lì è sbocciata un’amicizia così intensa che sembra che i due siano intimi da decenni. Springsteen quindi si è recato nella residenza dell’Indiana di Mellencamp e ha cantato e suonato in tre brani. Tuttavia questo lavoro non andrebbe ricordato soltanto per questa importante collaborazione ma anche e soprattutto per le sue proverbiali doti cantautoriali e per le sonorità, che sono sempre più protese verso la ballata di matrice folk-country. Di rock, infatti ce n’è ben poco, ma a settantun’anni è legittimo che un grande rocker voglia dedicarsi anche a sonorità più avvolgenti e rilassate, dato che come canta in “Driving In The Rain”, mettendosi a nudo, sono passati i giorni in cui era irresponsabile. Ma Mellencamp ha ancora un animo giovane se nella title-track sostiene che vorrebbe diventare un cantante folk per un brano caratterizzato dall’intreccio tra chitarre acustiche e violino. Springsteen canta nella riuscita pop-rock ballad corale “Wasted Days”, in cui emerge una malinconia dettata dal non sapere quanto rimane da vivere e il rimpianto per i giorni sprecati. Tuttavia, il brano migliore del lotto è il trascinante blues rancoroso con tanto di slide guitar di “I Am A Man That Worries”, in cui nel cantato evoca Tom Waits. Il ‘piccolo bastardo’ è cresciuto, ma è rimasto fedele a se stesso.
autore: Vittorio Lannutti