I Retina.it a sostegno di una fortissima vivacità compositiva, presentano a pochi mesi di distanza dall’uscita di “Randomicon”, il nuovo ”Descending Into Crevasse”, edito dalla label romana Glacial Moviments Records di Alessandro Tedeschi.
Se il precedente album, già un classico del duo di Pompei, ha un suono caratterizzato da super-compatte percussioni derivate e che vanno a impattare con energia tutto ciò che le circonda, per questa volta Lino Monaco e Nicola Buono si misurano in una meditativa attinenza acustica con il concept della su citata etichetta nel tentativo di edificare un assemblaggio sonoro contemplativo, “glaciale e isolazionista” partendo immediatamente dalla “ghiacciata” copertina del digipack, curata dal norvegese Bjarne Riesto.
Qui siamo in ambiente puramente cosmico, ovvero kosmische e ”Descending Into Crevasse”
suona come un pallone aerostatico che attraversa lentamente la Via Lattea.
L’introduzione assegnata a “Synth on Axis” si contraddistingue per assenza di forza di gravità delimitata da riverberi che si comportano come il mascara sulla linea degli occhi, aderiscono ai sintetizzatori lasciando intatto e riconoscibile lo spazio ottenuto dal pre-delay, mentre tutt’attorno si accendono e spengono bagliori astrali. Il suono di “Freezing the Fourth String” è epico e ricorda molto i primi Tangerine Dream a metà strada tra una “Atem” al netto delle fanfare di mellotron e con la percezione di assenza di tempo come accadeva proprio in “Zeit”.
In effetti, un po’ tutto il disco ha soprattutto questa seconda peculiarità, tant’è che termina senza neanche accorgersene, frattanto l’album è breve e si ha subito voglia di risuonarlo.
L’ambient/electronica dei Retina.it sembra avere radici moderne, ispirata dalle timbriche di Pierre Schaeffer e un po’ a tutto il G.R.M.C. in generale, ma rilette in maniera razionale e in chiave attuale. Così “Moonshine” (“chiaro di luna”) è un appassionato poème électronique, colonna sonora perfetta di un lento allunaggio, che in definitiva trattasi soltanto di una sosta momentanea poiché subito si ritorna a viaggiare verso altre rotte, non del tutto sconosciute…perché è nel mantra minimale “Attrazione Magnetica” che sembra di stare nel bel mezzo delle tempeste atemporali del su annunciato “Zeit”, non che sia del tutto elegante fare paragoni, ma la sensazione di vuoto cosmico tratteggiato da attimi eterni che si avverte è la stessa!
Autore: Luigi Ferrara