Uno degli album più attesi e più interessanti del 2009, l’ultimo (capo)lavoro del trio romano Zu. La costanza e la passione per il loro lavoro ha finalmente portato a Mai, Pupillo e Battaglia una visibilità internazionale strameritata. La cosa non è recentissima, dato che nel giro indie Usa ed europeo sono conosciutissimi e stimatissimi, al punto tale che Mike Patton, li ha ingaggiati per la sua Ipecac. L’ex voce dei Faith No More ha anche partecipato alla realizzazione di “Carboniferous” con i suoi stravolti vocalizzi e con l’elettronica. Questo cd si avvale poi della collaborazione di King Buzzo (voce e chitarra dei Melvins e chitarra dei Fantomas, progetto che condivide con lo stesso Patton), di Giulio Favero, che oltre ad aver suonato in alcuni brani, si è occupato della registrazione e del mixaggio e di Alessandro Rossi. La sperimentazione come sappiamo bene fa parte del dna degli Zu, che come sempre si lasciano andare al jazz-noise, assolutamente contaminato. Si parte con la martellante industrial “Ostia”, ritmo sincopato e variazioni ipnotiche, a seguire “Chtnonian” con Buzzo che si adatta perfettamente al noise tiratissimo, quindi “Carbon” spezzettata, tesa, riallacciata e con un finale evocativo. “Beata viscera” è come un coito non goduto, dati i tanti stantuffi, seguiti dai vari rallentamenti e dalle ripartenze, con Battaglia che martella, Mai che impreca con il suo sax e Pupillo che fa vibrare il sound. “Erynis” ha un incedere circolare con il sax perennemente in delirio, subito dopo Patton bofonchia in “Soulympcs”, dando al brano un’aria evocativa ed epica, tutto il contrario della schizzata, impetuosa ed incostante “Axion” con Favero al secondo basso, mentre inquietano le ambientazioni dark e doom di “Mimosa hostilis”. Pupillo è particolarmente pungente in “Obsidian”, brano altalenante, dato che tocca una summa epico-prog, per poi passare al minimalismo. Il cd si chiude con “Orc”, angosciante, oscura ed evocativa, un viaggio senza ritorno all’inferno… quello di questi anni orribili (non soltanto dal punto di vista politico.
Autore: Vittorio Lannutti