“E’ una crepa sottile nella nostra natura, che alla lunga può portare a qualche forma di follia. Non è qualcosa che sta lì fuori, è qualcosa che è dentro di te”, spiegava qualche settimana fa Wayne Coyne al giornalista che lo interrogava sul tipo di “terrore” cui si riferisse il titolo del nuovo disco dei Flaming Lips.
Un disco cupo come non mai, pervaso di personalissimi dolori e paranoie (la fine di una relazione durata venticinque anni per Coyne, la ricaduta nelle droghe pesanti del batterista Steven Drozd), espressi sotto forma di oscuri e sinistri paesaggi psichedelici, illuminati di tanto in tanto da insospettabili barlumi di speranza (“il raggio di sole” è un’immagine che ritroviamo più volte nei testi).
Non troverete singoli da cantare a squarciagola ai loro concerti, con la faccia coperta da coriandoli. Non c’è la nuova “Do You Realize?” o la nuova “Race For The Prize”, in “The Terror”.Un disco da ascoltare tutto d’un fiato, magari difficile e ostico al primo approccio, ma assolutamente coerente col percorso artistico intrapreso dalla band (“Non m’importa se il disco sarà un flop commerciale, o se le radio non passeranno i nuovi pezzi”, diceva Coyne nella stessa intervista di cui sopra, a ribadire ancora una volta – se mai ce ne fosse bisogno – lo spirito indipendente e “libero” della band).
Troverete canzoni inquiete e rumorose (“Look…the sun is rising”), melodie meravigliose e fragili che si muovono tra nuvole di sintetizzatori (“Be Free, A Way”) o che spuntano tra percussioni quasi tribali, distorsioni e suoni spaziali (“Butterfly, how long it takes to die”), lunghissimi trip sonori costruiti attorno ad una manciata di note (“You Lust”), e versi come “Sempre lì nei nostri cuori / c’è il male che vuole venir fuori” recitati come un mantra tra chitarre sferraglianti (“Always there in our hearts”).
Un capitolo importante e molto affascinante della storia di una band da cui abbiamo imparato ad aspettarci qualsiasi cosa. Magari il prossimo disco sancirà il ritorno alle “canzoni”. Anche perché, oltre “The Terror” c’è un baratro difficile da figurarsi.
www.facebook.com/flaminglips
http://flaminglips.com
autore: Daniele Lama